Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Scuotto, un Fiano classico con spunti innovativi
Come sempre nella vita anche nel settore enologico si può seguire la strada principale o si possono imboccare le scorciatoie. Non credo che sia il caso di condannare pregiudizialmente chi segue la seconda strada, soprattutto se da questa scelta derivano vantaggi. Ma resto convinto che la migliore opzione sia la prima. Con la guida dell’esperto enologo Angelo Valentino, la Tenuta Scuotto ha seguito quest’ultima. E ha conquistato in pochi anni una buona reputazione presso i consumatori e i ristoranti di fascia alta. I suoi Fiano in particolare, il cosiddetto base e il più complesso «Oi ni», propongono una rappresentazione sintetica delle potenzialità dei vigneti del comune di Lapio, una delle tre cuspidi (le altre sono Montefredane e Summonte) del miglior vino bianco del Sud Italia. Concentro l’attenzione sul cosiddetto (non a caso ripeto cosiddetto) base dell’annata 2021 che ho avuto modo di assaggiare già numerose volte. Lo trovo un Fiano di Avellino esemplare per la tipicità delle caratteristiche. Un bianco pronto per il consumo che non mancherà di riservare sorprese piacevoli a chi avrà la pazienza di aspettarne l’evoluzione.
Di colore paglierino carico, è limpido e consistente. Non ha alcuna reticenza a mostrare il suo notevole corredo aromatico. Nel bouquet convivono note fruttate (soprattutto di pera matura, di pesca bianca e di mango) con il piacevole sentore della nocciola, soffi di agrumi e dettagli di mou. Il corpo è ben definito, ma non palestrato. Il sorso risulta molto piacevole grazie al bilanciamento tra la componente polialcolica e quella acida. Ed è arricchito da un’elegante vena minerale. Un fiano «classico» con qualche apprezzabile spunto innovativo. Si tratta di un vino estremamente versatile. Si presta all’abbinamento con i primi piatti con sughi marinari, con il pesce bianco (orate, spigole, pagelli) alla griglia, al forno o all’acqua pazza. Ma anche ad accompagnare le carni bianche e il carpaccio di manzo.