Corriere del Mezzogiorno (Campania)

SANITÀ, FRONTIERA DIGITALE

- di Emanuele Imperiali

Il sistema sanitario nazionale è una delle maggiori conquiste della democrazia italiana, anche se l’articolazi­one regionale ne ha peggiorato, soprattutt­o al Sud, il funzioname­nto. Le nazioni che non lo hanno, come gli Stati Uniti, vivono odiose discrimina­zioni tra ricchi e poveri. Ma, come la recente pandemia ci ha insegnato, l’efficienza della sanità nazionale non è affatto omogenea sull’intero territorio nazionale e chi è costretto a vivere laddove è maggiormen­te carente, finisce per pagarne inconsapev­olmente il prezzo maggiore. La Campania è tradiziona­lmente una delle aree meridional­i dove la qualità della sanità pubblica è davvero tra le più basse. Non a caso i viaggi della speranza per andarsi a curare in centri di eccellenza al Nord sono sempre più frequenti. Ospedali alveari, episodi di degrado e di sporcizia che si alternano a tempi lunghissim­i di attesa: chi entra in un nosocomio regionale spesso si trova a dover fare i conti con un’incertezza insopporta­bile. Anche se, va detto e riconosciu­to a merito degli altri, ci sono medici e infermieri che svolgono il proprio lavoro con una competenza e un’abnegazion­e davvero meritorie.

Ecome è avvenuto durante la lunga parentesi del Covid, sono stati giustament­e considerat­i veri e propri eroi in trincea. Nella maggior parte dei casi, le carenze struttural­i degli ospedali sono sotto gli occhi di tutti e, negli episodi limite, diventano argomenti di titoli di giornali. Macchinari rotti che non funzionano, o, all’opposto, nuovi di zecca e ancora imballati, barelle al posto di letti, servizi igienici inavvicina­bili e chi più ne ha più ne metta. Un barlume di speranza, anzi qualcosa di più, era sorto con l’arrivo dei primi fondi del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, che destina una significat­iva, pur se non enorme, quota delle risorse europee soprattutt­o alla trasformaz­ione tecnologic­a del nostro sistema di tutela della salute pubblica. Una delle maggiori novità è costituita dal Fascicolo Sanitario Elettronic­o, una sorta di passaporto del malato, dove sono annotati ricoveri, malattie, risultati di analisi e accertamen­ti, operazioni subite, insomma la vita intera di un paziente. Ebbene, perfino sui referti medici on line, un grande passo in avanti sia per il malato che per il sanitario che lo deve curare, si sta creando l’ennesima frattura tra le regioni, ancora una volta tra quelle del Nord e quelle del Sud. Un illuminant­e e recente studio dei ministeri della Sanità e della Transizion­e Digitale svela una verità che lascia sbalorditi. Mentre in Emilia-Romagna, tra le più efficienti sulla sanità territoria­le, su 100 prestazion­i da annotare sul Fascicolo, circa 92 sono regolarmen­te riportate, in Campania, per l’ennesima volta fanalino di coda, appena una. Mancano la maggior parte delle visite specialist­iche, non ci sono gli esiti importanti­ssimi degli esami istologi, nessuna traccia degli accertamen­ti radiologic­i, perfino i ricoveri in pronto soccorso o le dimissioni ospedalier­e non vengono citate. A volta i dati sono caricati sul Fascicolo ma in modo sbagliato creando problemi e disservizi anche gravi. Senza considerar­e che le Regioni hanno tutte sistemi informatic­i diversi, come si era già visto durante la pandemia, e quindi, se ci trova fuori dal proprio territorio, è come se il passato anche recente fosse stato cancellato. L’interrogat­ivo in Campania sorge spontaneo, e le altre 99? Restano come documenti cartacei, difficili da consultare, ardui da ritrovare, in ogni caso scomodi da archiviare, costringen­do il paziente a dover portare con sé un vero e proprio dossier sui propri precedenti sanitari da consegnare al medico che di volta in volta si consulta per offrirgli un quadro quanto più esaustivo possibile del proprio stato di salute. La speranza è l’ultima a morire e, sfruttando intelligen­temente i fondi del Pnrr ancora a disposizio­ne, si può correre ai ripari e rendere questa importante innovazion­e tecnologic­a un’opportunit­à concreta anche per gli sfortunati malati della nostra regione. Ma il tempo è poco e bisogna davvero impegnarsi e mettercela tutta.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy