Corriere del Mezzogiorno (Campania)
SALVIAMO L’AVVENIRE DEI RAGAZZI
Un recente studio ha dimostrato come Napoli non sia una città a misura di bambini e ragazzi. I numerosi indici, elaborati su dati provenienti da fonti molto qualificate, sono apparsi su di un noto quotidiano economico e mostrano, purtroppo, come tutte le grandi città siano, nelle diverse graduatorie, nella parte bassa della classifica: Napoli, però, appare all’ultimo posto ed i valori mostrano una tendenza negativa. Non si vuole qui esaminare i singoli fenomeni analizzati ma sottolineare il disagio, concreto e palpabile, che, in modo evidente, traspare dall’indagine. Tutto quello che dovrebbe essere a disposizione, dei giovani e dei giovanissimi napoletani, per permettergli di avere una crescita equilibrata e serena, è carente e rappresenta un grave vulnus con il quale bisogna fare i conti. Infatti, ci si riferisce, ad esempio, alla accessibilità delle classi, al numero di asili nido in relazione alla popolazione, alla diffusione del verde e dei giardini scolastici, all’affollamento, in termini numerici, degli studenti per classi, o degli spazi abitativi che i ragazzi hanno a disposizione.
Da questi indicatori, e non solo, ne deriva un quadro davvero sconfortante; la città è quasi sempre nella parte bassa delle classifiche degli indicatori considerati e nel valore che li riassume è al 107esimo posto: cioè ultima. Questi dati in realtà rappresentano, in modo sintetico, il grave disagio di chi vive a Napoli.
Efanno da sfondo alle profonde inquietudini che i ragazzi che ci abitano mostrano in molteplici modi. Sotto gli occhi di tutti i fenomeni delle baby gang, i numerosi fatti di violenza anche verso coetanei spesso anche aggravati da risvolti drammatici, o, ipotesi ancora peggiore, giovani che esibiscono, facendoli propri scimmiottandoli, comportamenti e modalità tipiche della malavita organizzata. Inutile ricordare i casi di cronaca vividamente presenti nella memoria di ciascuno che rappresentano un forte e doloroso richiamo alla coscienza ed alla responsabilità in capo a ciascuno.
Non si può essere rassegnati e restare impassibili a questa drammatica emergenza sociale che si compendia, per ciò che attiene la scuola, negli altissimi tassi di dispersione scolastica, i più elevati in Italia, così come quello di abbandono degli studi che affliggono la città e la sua area metropolitana e che, peraltro, si sono aggravati con la pandemia. È evidente che ci sono responsabilità gravi a carico, in modo proporzionale e dirette, sia di quelli che hanno compiti istituzionali e responsabilità nei vari livelli, sia, è bene sottolinearlo, anche a debito della società civile che ha guardato in silenzio lo sviluppo ed il progredire di questi fenomeni degenerativi. L’importante però è far qualcosa subito operando per capovolgere, nel medio periodo, questa situazione pur tenendo conto, ovviamente, di tutte le grandi difficoltà, e le problematiche che affliggono Napoli.
C’è speranza? Assolutamente sì. Ma si dovranno mettere in campo tutti gli strumenti necessari prendendo anche spunto di tutte le esperienze belle, positive e performanti che oggi si vivono, sia pur a macchia di leopardo, nel territorio della città. Ci si riferisce soprattutto alle numerose significative iniziative che sono portate avanti attraverso la collaborazione fra i dirigenti scolastici, competenti ed appassionati, delle scuole spesso dislocate in zone difficili, il corpo docente, gli enti del terzo settore impegnati nella costruzione delle comunità educanti, le parrocchie, le istituzioni e gli enti che operano sul territorio solo per ricordare una parte dei players. Recentemente, nel trascorso mese di maggio per la precisione, è stato siglato, voluto e promosso dall’Arcivescovo di Napoli, il «Patto educativo per la città metropolitana di Napoli. Generazione futura», con il quale tutte le numerose realtà, istituzionali e non coinvolte, si impegnano, costituendo una cabina di regia, a promuovere le azioni più idonee in contrasto alla dispersione scolastica utilizzando al meglio i fondi messi a disposizione del Pnrr, promuovendo percorsi di educazione alla legalità e al reinserimento dei giovani.
Non si può, ovviamente, che plaudire all’iniziativa. Si vedrà in seguito relativamente alle effettive ricadute ed alla tempestività delle azioni che si metteranno in atto: per ora basti dire che le premesse sono eccellenti e vanno nella giusta direzione. In ogni caso allo stato, e questa è la cosa davvero importante, vanno messe in campo tutte le azioni volte a contrastare questa deriva, sommariamente prima descritta, che rappresenta una dolorosa realtà per la città. Tutto ciò è molto chiaro a chi ogni giorno, mettendo in campo le azioni di contrasto rispetto a quanto sinteticamente delineato, avendo una perfetta conoscenza del territorio, delle sue necessità e delle corde necessarie che è opportuno toccare per dare una speranza ai giovani e ragazzi che, è superfluo ricordare, sono il futuro per tutti noi e che raccoglieranno, fra non molti anni, il testimone che la nostra generazione gli passerà. È fondamentale essere d’esempio per i ragazzi, promuovere e suscitare interesse per far crescere in ciascuno di loro quella personalità che possa consentire, alle vocazioni di ognuno, di lievitare: il mondo antico ci ha insegnato che i maestri passeggiavano insieme ai giovani trasmettendo la conoscenza e mantenendo, essi stessi attraverso i ragazzi, vigile la coscienza. Speriamo che si possa perseguire la stessa strada.