Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Pnrr, De Luca all’attacco «Solo frottole il 40% al Sud» Ma Giovannini lo smentisce «Dal Mims arriverà il 56%»
Botta e risposta a distanza durante l’evento Svimez-Utilitalia
È un botta e risposta a distanza e in assenza. Quello tra Vincenzo De Luca e il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini. Entrambi ospiti di Utilitalia e Svimez che presentano il report sui «Servizi pubblici locali nell’economia del Mezzogiorno». Prima parla il presidente campano che va via, alla fine il ministro da Roma.
Per il governatore «la prima grande frottola da cui dobbiamo liberare il dibattito in Italia è che non esiste da nessuna parte la conferma che il 40 per cento di risorse sia destinato al Sud, è una frottola raccontata in questi mesi». Questione che pone da tempo e s’è già accapigliato con la ministra per il Sud, Mara Carfagna. Ma prosegue: «È grave che non si chiarisca che i 209 miliardi di euro del Pnrr hanno tre obiettivi che riguardano il Sud: recupero del divario Nord-Sud, recupero del divario occupazionale, e recupero del divario di genere. L’Italia ha avuto 209 miliardi per affrontare il problema del Sud, questo dato è scomparso. E al Sud arriva il 40% delle risorse? Ci mancherebbe altro. Dobbiamo fare un’operazione verità per dire ai cittadini italiani qual è il flusso di risorse vere che arrivano a Sud e a Nord: scopriremo delle cose clamorose. Questa operazione verità non viene fatta e il Sud continua a essere depredato di milioni di euro. Il caso emblematico è quello della sanità dove la Campania viene depredata ogni anno di 220 milioni di euro nell’indifferenza generale».
Ebbene il ministro, che contesta anche il rapporto di Utilitalia e Svimez, dice subito: «Il governo ha fatto una scelta chiara a favore del Mezzogiorno», una svolta «molto reale e non numerica». E sulla questione posta da De Luca risponde: «A riguardo ha già ampiamente parlato la ministra Carfagna, ma per quel che riguarda il nostro ministero siamo ben oltre il 40 per cento, siamo al 56 per cento. Questo risultato è una scelta deliberata, non è l’applicazione di un algoritmo. Così come ministero abbiamo il 70 per cento dei nostri investimenti per la lotta al cambiamento climatico a fronte di una media nel Pnrr del 37 per cento. Questo al di là delle singole linee di finanziamento, se andiamo a vedere l’Fsc ma anche il React Eu, le quote del Mezzogiorno sono ancora più forti». E ribadisce: «Tutto questo è frutto di una scelta chiara di questo governo a favore del Mezzogiorno. Questo vorrei che fosse evidenziato e colto. Talvolta leggo dei commenti e delle affermazioni che non trovo corrette nei confronti di quello che sta accadendo e in particolare del nostro ministero, proprio perché la svolta è stata fortissima ed è una svolta molto reale».
Tornando al rapporto, coordinato da Luca Bianchi (Svimez) e da Maria Gerarda Mocella (Utilitalia), emerge sempre un gap nella gestione dei servizi. Si tratti di quelli idrici (in un momento di crisi) sia di quelli dei rifiuti. «La gestione dei servizi nelle regioni meridionali è spesso affidata agli enti locali, le cosiddette gestioni in economia (al Sud rappresentano il 26% della tipologia di affidamento) che hanno una scarsa capacità di investimento rispetto alle gestioni industriali — si spiega — Nelle gestioni in economia gli investimenti nel settore idrico sono pari a circa 8 euro annui per abitante contro una media nazionale di 49 euro. In Italia nel 2020 sono andati dispersi nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile dei capoluoghi di provincia/città metropolitana 0,9 miliardi di metri cubi, pari al 36,2% dell’acqua immessa in rete (37,3% nel 2018), con una perdita giornaliera per km di rete pari a 41 metri cubi (44 nel 2018); a titolo di esempio, la percentuale delle perdite totali in distribuzione è pari a circa il 68% a Siracusa, contro il 14% di Milano (Istat, 2022). In Italia le famiglie che dichiarano di non fidarsi a bere l’acqua del rubinetto sono il 28,5% nel 2021: a livello regionale, le quote più elevate si riscontrano in Sicilia (59,9%), Sardegna (49,5%) e Calabria (38,2%)».
Passando ai rifiuti, in termini di obiettivi di raccolta differenziata raggiunti la situazione appare disomogenea, con sole due regioni del Mezzogiorno (Sardegna e Abruzzo) che superano l’obiettivo del 65%. Tra le proposte: potenziare lo sviluppo industriale delle utilities nel Sud, superando le gestioni in economia, semplificare la governance, completare il processo di costituzione di una nuova società dello Stato.
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Luca Bianchi La percentuale delle perdite idriche totali in distribuzione è pari a circa il 68% a Siracusa, contro il 14% di Milano