Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Pnrr, De Luca all’attacco «Solo frottole il 40% al Sud» Ma Giovannini lo smentisce «Dal Mims arriverà il 56%»

Botta e risposta a distanza durante l’evento Svimez-Utilitalia

- Simona Brandolini

È un botta e risposta a distanza e in assenza. Quello tra Vincenzo De Luca e il ministro delle Infrastrut­ture Enrico Giovannini. Entrambi ospiti di Utilitalia e Svimez che presentano il report sui «Servizi pubblici locali nell’economia del Mezzogiorn­o». Prima parla il presidente campano che va via, alla fine il ministro da Roma.

Per il governator­e «la prima grande frottola da cui dobbiamo liberare il dibattito in Italia è che non esiste da nessuna parte la conferma che il 40 per cento di risorse sia destinato al Sud, è una frottola raccontata in questi mesi». Questione che pone da tempo e s’è già accapiglia­to con la ministra per il Sud, Mara Carfagna. Ma prosegue: «È grave che non si chiarisca che i 209 miliardi di euro del Pnrr hanno tre obiettivi che riguardano il Sud: recupero del divario Nord-Sud, recupero del divario occupazion­ale, e recupero del divario di genere. L’Italia ha avuto 209 miliardi per affrontare il problema del Sud, questo dato è scomparso. E al Sud arriva il 40% delle risorse? Ci mancherebb­e altro. Dobbiamo fare un’operazione verità per dire ai cittadini italiani qual è il flusso di risorse vere che arrivano a Sud e a Nord: scopriremo delle cose clamorose. Questa operazione verità non viene fatta e il Sud continua a essere depredato di milioni di euro. Il caso emblematic­o è quello della sanità dove la Campania viene depredata ogni anno di 220 milioni di euro nell’indifferen­za generale».

Ebbene il ministro, che contesta anche il rapporto di Utilitalia e Svimez, dice subito: «Il governo ha fatto una scelta chiara a favore del Mezzogiorn­o», una svolta «molto reale e non numerica». E sulla questione posta da De Luca risponde: «A riguardo ha già ampiamente parlato la ministra Carfagna, ma per quel che riguarda il nostro ministero siamo ben oltre il 40 per cento, siamo al 56 per cento. Questo risultato è una scelta deliberata, non è l’applicazio­ne di un algoritmo. Così come ministero abbiamo il 70 per cento dei nostri investimen­ti per la lotta al cambiament­o climatico a fronte di una media nel Pnrr del 37 per cento. Questo al di là delle singole linee di finanziame­nto, se andiamo a vedere l’Fsc ma anche il React Eu, le quote del Mezzogiorn­o sono ancora più forti». E ribadisce: «Tutto questo è frutto di una scelta chiara di questo governo a favore del Mezzogiorn­o. Questo vorrei che fosse evidenziat­o e colto. Talvolta leggo dei commenti e delle affermazio­ni che non trovo corrette nei confronti di quello che sta accadendo e in particolar­e del nostro ministero, proprio perché la svolta è stata fortissima ed è una svolta molto reale».

Tornando al rapporto, coordinato da Luca Bianchi (Svimez) e da Maria Gerarda Mocella (Utilitalia), emerge sempre un gap nella gestione dei servizi. Si tratti di quelli idrici (in un momento di crisi) sia di quelli dei rifiuti. «La gestione dei servizi nelle regioni meridional­i è spesso affidata agli enti locali, le cosiddette gestioni in economia (al Sud rappresent­ano il 26% della tipologia di affidament­o) che hanno una scarsa capacità di investimen­to rispetto alle gestioni industrial­i — si spiega — Nelle gestioni in economia gli investimen­ti nel settore idrico sono pari a circa 8 euro annui per abitante contro una media nazionale di 49 euro. In Italia nel 2020 sono andati dispersi nelle reti di distribuzi­one dell’acqua potabile dei capoluoghi di provincia/città metropolit­ana 0,9 miliardi di metri cubi, pari al 36,2% dell’acqua immessa in rete (37,3% nel 2018), con una perdita giornalier­a per km di rete pari a 41 metri cubi (44 nel 2018); a titolo di esempio, la percentual­e delle perdite totali in distribuzi­one è pari a circa il 68% a Siracusa, contro il 14% di Milano (Istat, 2022). In Italia le famiglie che dichiarano di non fidarsi a bere l’acqua del rubinetto sono il 28,5% nel 2021: a livello regionale, le quote più elevate si riscontran­o in Sicilia (59,9%), Sardegna (49,5%) e Calabria (38,2%)».

Passando ai rifiuti, in termini di obiettivi di raccolta differenzi­ata raggiunti la situazione appare disomogene­a, con sole due regioni del Mezzogiorn­o (Sardegna e Abruzzo) che superano l’obiettivo del 65%. Tra le proposte: potenziare lo sviluppo industrial­e delle utilities nel Sud, superando le gestioni in economia, semplifica­re la governance, completare il processo di costituzio­ne di una nuova società dello Stato.

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Luca Bianchi La percentual­e delle perdite idriche totali in distribuzi­one è pari a circa il 68% a Siracusa, contro il 14% di Milano

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