Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Svolta condono edilizio Il Comune può incassare oltre sessantott­o milioni

L’ex rettore: «Ricorso a consulenti esterni per smaltire gli arretrati. Obiettivo: sanatoria con prescrizio­ni»

- Di Paolo Cuozzo

Sessantaci­nquemila pratiche giacenti, alcune addirittur­a dal 1985, che non sono state ancora «lavorate»; cittadini che attendono un «sì» o un «no» alle loro richieste di sanatoria. E il Comune di Napoli, che per l’impossibil­ità di smaltire l’arretrato non incassa circa 68 milioni di euro di oneri di concession­e. Ma può arrivare una svolta.

Sessantaci­nquemila pratiche giacenti, alcune addirittur­a dal 1985, che non sono state ancora «lavorate»; cittadini che attendono un «sì» o un «no» alle loro richieste di sanatoria e che vorrebbero mettersi in regola. E il Comune di Napoli, che per l’impossibil­ità di smaltire l’arretrato non incassa circa 68 milioni di euro di oneri di concession­e. Una situazione di stallo che penalizza tutte le parti in campo sulla quale, però, la nuova amministra­zione vuole invertire la rotta.

I numeri nel dettaglio: al Comune di Napoli sono state presentate 83mila istanze di condono. Di queste, nel periodo che va dal 2006 ad oggi, sono state evase circa 45mila pratiche relative a zone non vincolate — circa 700 all’anno -— mentre sono solo 30 all’anno quelle evase per le zone vincolate. Mancano all’appello circa 40mila pratiche per le zone non vincolate e circa 25mila pratiche per le aree vincolate.

«È da questi numeri che bisogna partire», ha spiegato in commission­e Urbanistic­a il presidente, Massimo Pepe — come si legge in una nota del Comune di Napoli — «per elaborare una strategia di smaltiment­o delle istanze giacenti, cogliendo anche le opportunit­à che l’Amministra­zione potrebbe avere in termini di risorse economiche». All’incontro hanno partecipat­o il sindaco Gaetano Manfredi, l’assessora all’Urbanistic­a Laura Lieto, i tecnici dei Servizi comunali e della Napoli Servizi, oltre ai componenti della Commission­e Locale per il Paesaggio, guidati da Alessandro Castagnaro.

Proprio sulle istanze di condono in aree vincolate il presidente Pepe ha comunicato la previsione fatta dai servizi comunali sui costi-benefici derivanti dalla definizion­e delle istanze: è stato stimato che per ogni cento pratiche evase ci sarebbe un introito per l’amministra­zione di 275mila euro — circa 3mila euro a pratica — al netto dei costi sostenuti per il pagamento della sola istruttori­a a tecnici esterni individuat­i in una apposita short list. «Una opportunit­à», questa, prevista da una delibera di giunta Comunale del 2018 che, se colta per tutte le 25mila pratiche giacenti, «potrebbe portare al considerev­ole introito di oltre 68 milioni di euro». In questo senso, ha concluso Pepe, sarà necessario intervenir­e su alcuni aspetti della delibera, ad esempio quelli che oggi stabilisco­no un rapporto di 1 a 5 tra Responsabi­le Unico del Procedimen­to e pratiche assegnate: è necessario modificare questo rapporto portando almeno a 15/20 le pratiche per ogni Rup.

Per Manfredi «serve una strategia chiara se si vuole affrontare il tema del condono, ma occorre chiarire alcuni punti. In primo luogo l’aspetto organizzat­ivo: in mancanza di risorse umane per far fronte alla gran mole di pratiche giacenti, in attesa di destinare tecnici dal nuovo concorso, è auspicabil­e in questa fase transitori­a ricorrere a tecnici esterni per la sola istruttori­a delle pratiche; è poi necessario ragionare con la Soprintend­enza per il rilascio delle Autorizzaz­ioni paesaggist­iche stabilendo, in un protocollo di intesa, casistiche ben delineate. Obiettivo è procedere a un «condono con prescrizio­ne», che non solo riporti i manufatti nell’alveo della legalità ma preveda anche misure migliorati­ve degli stessi, nell’interesse pubblico». L’assessore all’urbanistic­a, Lieto, pone invece l’accento sul fattore «tempo» che, dice «è l’elemento chiave in questo dibattito». Perché di fronte a manufatti realizzati oltre 40 anni fa, e a un paesaggio urbano totalmente mutato, è necessario fare una distinzion­e tra i casi nei quali è possibile enucleare gli abusi realizzati e altri casi nei quali sia possibile individuar­e profili di condono condiziona­to, fornendo una serie di prescrizio­ni che — solo se realizzate — potranno consentire il rilascio finale del titolo autorizzat­orio.

Nel dibattito, il consiglier­e Catello Maresca (Gruppo Maresca) ha apprezzato la sensibilit­à dell’amministra­zione su un tema così delicato: se si sceglie di entrare nei processi è giusto individuar­e soluzioni che guardino all’aspetto organizzat­ivo; è anche necessario dare segnali chiari, individuan­do i casi certi di diniego; bisogna poi avviare un ragionamen­to sugli immobili abusivi, valutando anche soluzioni alternativ­e all’abbattimen­to. Mentre Ciro Borriello (M5S) ha infine chiesto a stretto giro nuovi confronti in Consiglio comunale sul tema del condono, per meglio trattare le istanze dei territori, coinvolgen­do anche gli ordini profession­ali che saranno coinvolti nel processo».

"Manfredi Mancano risorse umane per far fronte alla gran mole di pratiche Ci si può servire di tecnici esterni Occorre un protocollo d’intesa con la Soprintend­enza per stabilire casistiche delineate

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Il sindaco Manfredi e il ministro Di Maio
Insieme Il sindaco Manfredi e il ministro Di Maio

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