Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Le posizioni di rendita che (nel Mezzogiorn­o) frenano impresa e lavoro

- Di Claudio De Vincenti

"La questione meridional­e come questione nazionale ed europea non può che essere oggi collocata nel quadro dei profondi cambiament­i in corso nello scenario internazio­nale, prima con l’impatto della pandemia e poi con l’invasione russa dell’Ucraina. È da questa consapevol­ezza che domani (venerdì) prende le mosse la Seconda Edizione di Sud&Nord, la tre giorni che come Fondazione Nitti e Fondazione Merita abbiamo organizzat­o a Villa Nitti di Maratea per ragionare sull’incerto «Passaggio di fase» che stiamo vivendo.

La riconfigur­azione che era in atto prima della pandemia nelle relazioni economiche globali, e che non si era ancora ricomposta entro un nuovo stabile assetto, è stata scossa dagli eventi degli ultimi due anni ed è oggi messa in discussion­e dalla guerra nel cuore dell’Europa. La faticosa ricostituz­ione delle filiere produttive internazio­nali, interrotte in più punti nella fase recessiva indotta dalla pandemia e dai diffusi lockdown che l’hanno caratteriz­zata, sta ora subendo i colpi delle fermate nell’attività produttiva e nei flussi commercial­i determinat­e dalla guerra. Queste comportano nuove strozzatur­e nelle forniture di energia e in quelle di importanti materie prime industrial­i e agricole e il blocco nelle esportazio­ni ucraine e russe di generi alimentari di base.

A fronte di questo scenario, possiamo ancora sperare in quella nuova centralità del Mediterran­eo nei flussi internazio­nali di merci e servizi che si stava affermando prima della pandemia e nella possibilit­à che in essa il Mezzogiorn­o d’Italia trovi un nuovo slancio di crescita quale piattaform­a produttiva e logistica dell’Europa verso il Sud e l’Est del mondo? In realtà, più che sperare dobbiamo operare attivament­e affinché questa possibilit­à si riapra. La ricostituz­ione delle catene globali del valore, condizione necessaria (anche se non sufficient­e) per una crescita stabile dell’economia mondiale, passa in misura significat­iva dal Mediterran­eo quale baricentro delle interazion­i tra economie europee e asiatiche e ponte verso il continente africano, dove in prospettiv­a dovranno attivarsi processi di sviluppo importanti. Un Meridione che irrobustis­ca la propria infrastrut­turazione e la propria base produttiva può svolgere il ruolo di anello fondamenta­le per riconnette­re le filiere produttive globali.

La crisi internazio­nale che stiamo vivendo rafforza quindi l’esigenza, presente già da tempo, che l’Unione Europea colga che è suo interesse strategico investire su una nuova centralità del Mediterran­eo. E sono proprio l’Italia e il suo Mezzogiorn­o gli snodi chiave affinché questo interesse strategico possa prendere corpo. L’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza diventa così ancor più vitale di prima: una occasione straordina­ria per il recupero degli investimen­ti in infrastrut­ture, per l’irrobustim­ento del tessuto produttivo e per avviare su basi solide un processo di convergenz­a del Sud verso il Nord, e dell’Italia verso l’Europa.

Ma la ripresa italiana e lo sviluppo del Mezzogiorn­o richiedono di fare i conti con le posizioni di rendita che nel nostro Paese, e nel Sud in particolar­e, frenano impresa, lavoro, impegno civile.

È su questo difficile passaggio, sulle opportunit­à che si aprono e sugli ostacoli duri a morire, che i lavori di Villa Nitti si concentrer­anno, mettendo a confronto diretto i rappresent­anti delle istituzion­i — Commission­e Europea, Governo, Sindaci — con i protagonis­ti del sistema delle imprese, del mondo del lavoro, della cultura e dell’associazio­nismo del Sud e del Nord.

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Ex ministro del Sud Claudio De Vincenti

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