Corriere del Mezzogiorno (Campania)
San Carlo, doppia serata dedicata all’Integrale sinfonica di Brahms
Sul podio Fabio Luisi: qui ho trovato professori d’orchestra motivati
«Ho ritrovato l’Orchestra del Teatro San Carlo e ho incontrato professori d’orchestra molto motivati, capaci, insieme, di produrre quel suono rotondo e cantabile, tipicamente italiano, ma al quale compositori di tutto il mondo si sono riferiti». A parlare è il maestro Fabio Luisi che stasera e sabato dirigerà l’integrale delle 4 Sinfonie di Brahms.
«Sebbene non lontano sia il mio debutto al San Carlo, il mio rapporto con la città – racconta il maestro Luisi – si è instaurato grazie ad un grandissimo artista napoletano, Aldo Ciccolini, ad una master class pianistica del quale mi trovai quasi per caso e incredulo, essendomi candidato ad un’audizione mentre ero in vacanza. Degli insegnamenti e dell’umanità di colui che sarebbe presto diventato affabilmente “Aldo”, come si faceva chiamare da allievi e amici, avrei fatto tesoro lungo tutta la mia carriera».
Stasera alle 20, si parte con la Sinfonia n. 1 in do minore, op. 68, un lavoro maturo del grande compositore, fino a quell’anno 1876 già apprezzato per le pagine cameristiche. La Seconda di Brahms ebbe gestazione più lineare e continua, auspice l’incoraggiamento di Clara Schumann, che presenziò alla stesura delle ultime battute del lavoro, a Baden, proprio in occasione del compleanno della musicista che descrisse il giovane collega «in ottima forma ed entusiasta del suo soggiorno estivo».
Anche la Sinfonia n. 3 in fa maggiore, op. 90, che apre la serata di sabato, ebbe il suo debutto a Vienna, nel 1883, pochi mesi dopo la morte di Wagner, cui suo malgrado
Brahms era stato contrapposto. Sia stato per la necessità della cultura tedesca di inneggiare ad un proprio idolo, sia per la inquietante bellezza della pagina, la Terza Sinfonia ebbe un successo straordinario, mettendo d’accordo detrattori d’un tempo e nuovi sostenitori. A riconciliare con i più profondi sentimenti di tutti è sicuramente quel terzo tempo Poco Allegretto, in do minore, che quanto a evocazione di dolore rimanda alla marcia funebre dell’Eroica di Beethoven, e per intensità sarà eguagliato solo dall’Adagietto della Sinfonia n.5 di Mahler.
Il ciclo al San Carlo si concluderà con la Sinfonia n. 4 in mi minore, op. 98, datata 1885, di un cinquantenne autore che conclude la sua esperienza nel genere sinfonia, prima sublimando il clima di decadenza di una Vienna, sempre meno capitale, e poi omaggiando la grandezza del passato con le variazioni su una ciaccona, un simbolico contrapporre l’incorruttibilità della forma al declino del potere, percepito con la divinatoria sensibilità propria dei compositori.
Il rapper Sly Johnson Sullo sfondo le immagini video dell’attrice e regista Mathilda May
Da una parte il rapper Sly Johnson con il suo incalzante beatbox vocale, dall’altra le immagini video dell’attrice e regista Mathilda May, mostrate sul fondo del palcoscenico. Si presenta così «Echos», un viaggio sensoriale e immersivo che unisce l’improvvisazione musicale, la performance visiva e la poesia sonora. Lo spettacolo, stasera al Politeama alle 21 per il Campania Teatro Festival, mostra un dialogo improvvisato fra il performer afrofrancese e i video realizzati dall’artista visivo Mathias Delfau. Un’alternanza evocativa e onirica fra i primi piani del corpo di Mathilda May e le scene che evocano elementi naturali come l’acqua, la terra o il vento. Alla stessa ora, alle Praterie del Gigante, «Contractions» di Mike Bartlett, con Valentina Acca e Federica Sandrini, dirette da Francesco Saponaro. Il testo dell’autore inglese indaga sulle relazioni perverse che si scatenano sul posto di lavoro fra due donne, decisamente agli antipodi: una manager spietata e senza nome che incarna perfettamente il meccanismo stritolante di un’azienda multinazionale e una giovane lavoratrice precaria, Emma, costretta a passare da uno stato di indipendenza a un totale asservimento, che esclude dalla sua vita libertà, intimità, umanità e amore. (s. de st.)