Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Mi sposerò e festeggerò a Santa Chiara Ho un regolare contratto»
un museo, che va comunque preservata».
Non ritiene che qualcuno, di fronte a questa rigidità ,sarà ulteriormente spinto a guardare ad un sì laico?
«Mi auguro non sia così, ma è chiaro che la Chiesa deve abbracciare e includere, nel rispetto di regole sacrosante. Ma anche la politica deve avere lo stesso approccio, tendere una mano e comprendere i bisogni di una città».
A cosa si riferisce?
«Veniamo da un periodo di forti limitazioni e tutti abbiamo voglia di vivere la città con pienezza, di stare vicini. Molte coppie hanno voglia di sposarsi e festeggiare con amici e parenti e vogliono sentirsi accolte, vogliono che venga compreso il loro stato d’animo. Anche la burocrazia, poi, va oltre la realtà. La questione dei panni stesi, delle partite di pallone — contenute nella bozza di un documento poi cambiato — è paradossale. Non si tratta di difendere il decoro, ma di non comprendere l’anima di una città. Ho pubblicato una foto dei tantissimi ragazzi che, la notte prima degli esami di maturità, hanno tirato tardi a San Martino. Perché impedirlo? Perché rompere la magia di questi momenti? Meglio disporre una vigilanza più attenta e servizi di pulizia più incisivi la mattina successiva. Le nostre piazze e le nostre strade sono luoghi di tutti, di aggregazione, e non possono diventare biblioteche o spazi cristallizzati. Così come una chiesa non può diventare una discoteca. Ma non c’è davvero niente di male a brindare ad un sì pronunciato sull’altare restando, con lo stile giusto, nella cornice di un luogo sacro e speciale».
Le norme Rispettare le regole è giusto, ma nel Chiostro i ricevimenti nuziali si tengono dagli anni Ottanta Questi eventi portano sostegno e aiuto