Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Pizza, il crollo della Campania Ora comanda la Lombardia
La sentenza è di quelle che dovrebbero far riflettere: Napoli — secondo uno studio della Cna — non è più la capitale economica del pianeta pizza. Ci resta ovviamente — anche se taluni la mettono in discussione — la leadership del gusto. Ma è chiaro, anche alla luce delle polemiche degli ultimi giorni — a cominciare dal caso Briatore — che qualcosa si sta incrinando.
Ieri al Pizza Village, in corso sul lungomare partenopeo, è stato infatti presentato un dossier della Confederazione Nazionale dell’Artigianato (lo ha illustrato il responsabile del settore agroalimentare, Gabriele Rotini), che evidenzia — numeri alla mano — come la Campania abbia perso lo scettro; primazia che ora spetta alla Lombardia.
Il rapporto
Cna ha messo sotto la lente tutte le attività in cui si produce e/o distribuisce il prelibato alimento: dalle pizzerie alle rosticcerie, passando per i locali da asporto e i ristoranti. Ebbene, confrontando i dati del 2019 con quelli aggiornati a fine 2021, la nostra regione ha perso il 41,1% delle realtà, passando da 17.436 esercizi a soli 10.263. Vedendo svanire, dunque, ben 7.173 attività e lasciando — come detto — il gradino più alto della classifica nazionale. La Lombardia, invece, raggiunge quota 17.660 punti vendita, con un incremento del 24,6% e 3.489 nuovi esercizi. Spulciando le tabelle del dossier, peraltro, si evince nella stessa regione oggi sul principale gradino del podio i ristoranti-pizzeria sono ben 5.744, a fronte dei 3.503 della Campania. Che, a ben vedere, viene scavalcata nella graduatoria generale anche dalla Sicilia, dove nonostante l’addio a 1.924 attività, il dato si attesta a 11.076.
L’analisi
«I numeri riportati, che abbracciano il periodo dal 2019 al 2021, indicano chiaramente la crescita delle regioni del Nord rispetto a quelle del Sud Italia — ha spiegato Rotini — dimostrando che lo studio presentato nel 2017, che fotografava un prodotto nazionale e non esclusivo del Meridione, era un dato già nell’aria. Il lockdown ha caratterizzato la rottura di abitudini comuni: non si è più potuti uscire per andare in pizzeria ma si è utilizzato l’asporto». E ancora: «Le amministrazioni che hanno reagito per prime, autorizzando le consegne a domicilio con le regole legate alla sicurezza alimentare, hanno ottenuto i risultati riscontrati: Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna. Mentre,