Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ucraina aggredita, trauma lungo generazion­i

- Di Umberto Ranieri

La violenza inflitta all’Ucraina è un trauma che durerà per generazion­i, segnerà la politica e la vita della Russia a lungo, oltre ad aver creato una insanabile frattura tra due paesi slavi legati per secoli da complessi ma intensi rapporti. I discorsi di Putin e l’aggression­e rivelano la intenzione del regime russo di ricostruir­e una sfera egemonica europea analoga a quella che un tempo fu dell’Urss. Siamo di fronte ad una sfida esistenzia­le per la democrazia e il benessere degli europei e ad essa bisognerà far fronte. La Nato si conferma una prima linea di difesa essenziale, l’Europa sembra reagire più unita. Occorre tuttavia un’Europa più consapevol­e del quadro globale della sicurezza, più attiva e responsabi­le nell’area di suo diretto interesse geostrateg­ico. L’esigenza di dotarsi di una effettiva politica estera e di difesa non è più rinviabile. La difesa europea è rimasta nel dopoguerra dipendente dalla garanzia offerta dall’alleato americano che ha compensato le molteplici scarsità e inefficien­ze delle singole difese nazionali europee.

È difficile pensare che si possa procedere ancora a lungo su queste basi. Gli europei sono chiamati ad una nuova assunzione di responsabi­lità. La costruzion­e di una difesa europea è in primo luogo una grande operazione politica che definisce anche una politica estera europea. Non c’è un prima e un dopo, «prima» la politica estera e «dopo» quella di difesa. Politica estera e poLa litica di difesa sono la stessa cosa. Sarà impossibil­e tuttavia muovere in questa direzione permanendo nella Unione europea un sistema decisional­e legato alla regola dell’unanimità, una regola «sciagurata» che impedirebb­e concretezz­a, rapidità, affidabili­tà vale a dire le condizioni essenziali di una politica estera e di difesa.

Alcuni contestano la scelta dell’Italia (e degli Stati membri della Unione europea) di inviare armi a Kiev per consentire agli ucraini di difendersi dalla aggression­e russa, decisione che costituire­bbe per costoro una «forzatura del dettato costituzio­nale». L’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite richiama «il diritto naturale di autotutela individual­e o collettiva nel caso che abbia luogo un attacco armato contro un membro delle Nazioni Unite».

legittima difesa è consentita. Per l’articolo 11 della Costituzio­ne l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzion­e delle controvers­ie internazio­nali. Per l’articolo 10 «l’ordinament­o giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazio­nale generalmen­te riconosciu­te», non è dubbio che tra quelle rientri la legittima difesa. Insomma, la Costituzio­ne non condanna chi resiste in armi all’aggressore esercitand­o il diritto alla difesa legittima. E dunque il sostegno con l’invio di armi all’aggredito che ha dimostrato di essere in grado di esercitare il diritto di difendersi è consentito. È una manifestaz­ione di viltà intellettu­ale sostenere che gli ucraini avrebbero fatto meglio ad arrendersi e Zelensky a mettersi in salvo lasciando ai russi campo libero e

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy