Samurai Jay Esce «Non mi va» che critica i social e omaggia il reale

«Mi ha scritto un paio di mesi fa come se mi conoscesse da una vita. La più bella della pista ma mi sa che non l’avevo vista bene. Eri meglio sopra Insta, baby. Pago il conto, me ne vado, e dai la colpa a me». Le parole di «Non mi va» sono una critica alla fragilità degli incontri internettiani. Il singolo appena pubblicato di «Respira», l’atteso nuovo disco di Samurai Jay (foto) in uscita il 30 giugno, definisce gli umori espressi dal rapper napoletano in otto canzoni che alternano disincanto per i social e un ritrovato interesse per le amicizie reali. Un album dalle marcate sonorità synth funk, genere in voga negli

Stati Uniti tra la fine degli anni 70 e i primi anni 80, a conferma di un cambio di passo non solo narrativo ma anche sonoro. Samurai Jay - all’anagrafe Gennaro Amatore - è fuori dal coro, un vero outsider, a cominciare dall’uso della lingua italiana, preferita al dialetto: «Può sembrare strano racconta - ma non mi sento a mio agio con il dialetto. Nella vita mi esprimo anche in napoletano, ma ho sentito mia la lingua italiana». Classe ’98, Samurai Jay è salito alla ribalta nel 2020 con «Lacrime»; il singolo «Gang» è stato Top 50 Italia di Spotify.