Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Il calendario? Al momento temo il mercato»

- Donato Martucci

Salvatore Bagni, 65 anni, ex giocatore del Napoli, dirigente sportivo e consulente di mercato, ha vinto il primo scudetto con gli azzurri e anche una Coppa Italia.

Contento del calendario dei partenopei?

«Gare iniziali difficili, mi aspettavo di meglio. Quelle da giocare in casa non dovrebbero risultare impegnativ­e. Ma tutto dipenderà dal mercato: finora è tutto molto fumoso e la situazione dei giocatori in scadenza non è stata gestita bene».

Il Napoli esordirà con il Verona. Nella stagione 1984-85, il debutto di Diego Maradona in serie A avvenne proprio al Bentegodi: finì 3-1 per gli scaligeri. Ricorda quel giorno?

«Il Verona è una squadra sempre pericolosa per gli azzurri. Quel giorno segnò Bertoni per noi, poi loro vinsero lo scudetto. Diciamo che non fu un bel debutto per Diego e per la squadra. Alla fine in quel campionato arrivammo ottavi. Da lì si capì che la rosa doveva migliorare e si fecero gli opportuni investimen­ti».

Quindi avvio in salita. «Ripeto, mi aspettavo di meglio. Il Verona: ha cambiato allenatore ed è sempre un’incognita. Storicamen­te i gialloblù, come la Fiorentina, che gli azzurri incontrera­nno alla terza, sono avversari che hanno creato problemi. La Viola ha eliminato quest’anno i Napoli dalla Coppa Italia, ha vinto al Maradona. Poi, ha infranto il sogno scudetto della squadra di Sarri. Anche la trasferta dell’Olimpico contro la Lazio non sarà una passeggiat­a. Le gare in casa con Monza, Lecce e Spezia non mi preoccupan­o».

Fino alla quindicesi­ma giornata, ovvero fino allo stop del campionato per i Mondiali in Qatar, il Napoli non incontrerà né Inter e né Juventus. Può essere un vantaggio?

«L’anno scorso lo scontro diretto con i bianconeri, la gara più sentita dai tifosi, arrivò alla terza giornata. Il Napoli grazie alla partenza forte di Spalletti, che è auspicabil­e anche quest’anno, riuscì ad aver ragione della Juve in casa al Maradona. Da un lato forse è meglio, ma dall’altro avrei preferito che il Napoli l’avesse affrontata subito; anche l’Inter che incontrere­mo a San Siro subito dopo la pausa».

Una stagione anomala, come si riescono ad affrontare tutti questi impegni e una pausa così lunga?

«Il Napoli è la squadra che forse ha meno giocatori al mondiale. Occorrerà una rosa forte: due per ruolo come sembra stia facendo l’Inter che si sta muovendo bene sul mercato. Non so sia più deleterio tornare da un mondiale avendo giocato ogni tre giorni, oppure fermarsi e rifare una mezza preparazio­ne. I tornei tra squadre durante lo stop? Non contano nulla, li lascerei perdere».

Il mercato del Napoli?

«Ribadisco. Da tifoso ma anche da addetto ai lavori sono preoccupat­o: ci sono troppe incognite che si sono affrontate troppo tardi. I nodi Mertens, Ospina, Fabian Ruiz e Koulibaly sono stati solo rimandati e affrontati tardi. Io vivo in mezzo alla gente di Napoli, sono in città molto spesso: i tifosi sono sfiduciati non credono più a niente. Hanno timore che i giocatori più importanti vadano via. Puoi avere tutte le idee del mondo ma rimettere in piedi una squadra del genere, che ha rischiato di vincere il campionato, non sarà un’impresa facile. E questo rende l’ambiente molto scettico».

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L’avvio di stagione presenta qualche insidia, certo Eppure io sono molto più in ansia per i nodi Mertens, Ospina, Fabian Ruiz e, soprattutt­o, Koulibaly

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