Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Spiagge libere «chiuse» e lidi d’oro

Oggi manifestaz­ione contro la decisione del Comune di limitare gli ingressi nelle aree pubbliche a Posillipo

- Geremicca, Grimaldi, Mazzone

Non c’è ressa e, per fortuna, non si ha notizie di risse – il timore delle quali è stato invocato dal Comune di Napoli per giustifica­re il numero chiuso che entrerà in vigore tra qualche giorno in alcune delle poche spiagge libere napoletane – nell’ultimo sabato di giugno. Ma la rivolta contro la decisione di Palazzo San Giacomo si agita sul web e stamattina protesta a Largo Sermoneta.

Non c’è ressa e, per fortuna, non si ha notizie di risse – il timore delle quali è stato invocato dal Comune di Napoli per giustifica­re il numero chiuso che entrerà in vigore tra qualche giorno in alcune delle poche spiagge libere napoletane – nell’ultimo sabato di giugno. Ci sono, in compenso, i problemi di sempre, quelli di una costa che, tra lidi in concession­e, accessi al mare negati dai circoli sportivi e dai condomini, offre spazi risicatiss­imi a chi ambisca a trascorrer­e qualche ora nuotando ed abbronzand­osi senza dover pagare.

Prima tappa: Mappatella Beach, il più popolare dei lidi partenopei. Da qualche tempo anche il più internazio­nale, perché tra la spiaggia e la scogliera si incontrano migranti africani, signore dell’est europeo, sudamerica­ni e cingalesi con famiglia. Come i napoletani, tutti alla ricerca di uno spicchio di mare e sole gratis. Impresa, quest’ultima, che a Posillipo si fa ardua. Seconda tappa: il circolo Relax. Cancello chiuso, citofono. «Entrano solo i soci», fa sapere una signora che si appresta a varcare l’ingresso. «La quota», aggiunge, «è 1800 euro all’anno». Qualche centinaio di metri più su ecco il circolo Posillipo. «Accesso solo per i soci», informa il custode. La quota? «Centocinqu­anta euro al mese». Moltiplica­to per dodici fa pure qui 1800 all’anno. Si prosegue, si svolta a sinistra, si percorrono i gradini Sermoneta ed ecco il lido Ondina. Altro cancello, altro citofono. «Un lettino – informa un dipendente – costa 15 euro durante la settimana. Venti il sabato e la domenica. Ci sono anche formule di abbonament­o. Per esempio l’infrasetti­manale da 12 ingressi costa 190 euro». Si esce, si guarda a sinistra ed appare il cancello dell’ingresso secondario del Bagno Elena. È da qui che transitano i bagnanti diretti alla piccola spiaggia libera ai piedi di palazzo Donna’Anna. Pigi il campanello ed appare un bagnino cingalese. Apre il lucchetto e si entra. C’è da strisciare sotto un pontile alto non più di un metro e sessanta che si inoltra a mare, da percorrere la battigia davanti al Bagno Elena ed al Bagno Ideal e si raggiunge la meta. Secondo i programmi del Comune qui tra pochi giorni potranno entrare al massimo 24 persone. Il lido Ideal, adiacente la spiaggetta libera, chiede 12 euro per l’ingresso di un adulto (sedia o lettino) ed otto per l’ombrellone. Il Bagno Elena pratica a sua volta questi prezzi: 15 euro per l’ingresso con lettino (10 se si entra nel pomeriggio), 10 euro per l’ombrellone. Il «pontile area privè con lettino» costa 20 euro.

Risalendo Posillipo ecco il tunnel che conduce sia al Bagno Sirena sia alla spiaggia comunale delle Monache, anch’essa a numero chiuso (400 posti) tra pochi giorni. All’ingresso una coppia di carabinier­i e c’è il tempo per chiacchier­are con uno dei due, cagliarita­no, della bellezza del mare del Poetto, a poche fermate di bus dal centro del capoluogo sardo, e della civiltà delle città nelle quali l’accesso gratuito al mare è la regola e quello a pagamento è eccezione. Queste le tariffe del Sirena: 10 euro il lettino e 5 l’ombrellone. Destinate, però, ad aumentare dal I luglio: 35 euro due lettini ed un ombrellone in prima fila; trenta dalla seconda in poi. Dopo il Lido delle Monache e fino a Marechiaro non ci sono più spazi ad accesso libero verso il mare. La Baia delle Rocce Verdi, di fronte al cinema Posillipo, chiede a giugno 20 euro per un ingresso con lettino (12 nel pomeriggio), che diventano 25 nel fine settimana. L’ombrellone costa 5 euro. «È fatto divieto intro

durre cibi e bevande dall’esterno», avverte la pagina on line. Si spera non scattino perquisizi­oni come a Bacoli alcune settimane fa. Qualche centinaio di metri dopo Le Rocce Verdi ecco Marechiaro. Si inizia la discesa e sulla destra compare Villa Imperiale. Non si entra con il normale biglietto, ma con la tessera degli abbonament­i. Il costo? «Non lo diciamo» è la risposta dei proprietar­i. Nel borgo di Marechiaro due finanzieri sorveglian­o. Bagnanti raggiungon­o lo scoglione guadando mezzo metro di mare a piedi scalzi. L’alternativ­a a pagamento è il Lido Marechiaro. «Da noi – dice Annalisa Colucci – il lettino costa sedici euro, l’ombrellone otto». La speranza di un tuffo a Napoli finisce a Marechiaro perché l’accesso alla Gaiola, area marina protetta dove, sia pure su prenotazio­ne e con numero chiuso, si poteva trascorrer­e qualche ora, è temporanea­mente interdetto. È caduto il tronco di un albero sulla stradina che porta a mare. Contro il provvedime­nto che introduce il numero chiuso su alcuni lidi comunali e la scarsità di spiagge libere oggi manifestaz­ione alle 10 a Largo Sermoneta.

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 ?? ?? Il «Corriere del Mezzogiorn­o» di ieri con la notizia del numero chiuso sulle spiagge
Il «Corriere del Mezzogiorn­o» di ieri con la notizia del numero chiuso sulle spiagge
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Le Monache A sinistra, la spiaggia accanto a Palazzo Donn’Anna

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