Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Christian, 3 anni ucciso da un’auto sul marciapiede
Cavalleggeri d’Aosta, madre ferita e ricoverata. Aggredito investitore
Morire a tre anni mentre attendi l’auto che ti porterà al mare, a cercare refrigerio da questo giugno infuocato. Morire mentre tua mamma ti tiene la mano e tu stai scherzando con il fratellino, sul marciapiede sotto casa. Dovrebbe essere il posto più sicuro del mondo, invece all’improvviso su quel marciapiede piomba una Suzuki grigia che corre veloce, forse troppo. Il piccolo Christian viene centrato in pieno e schiacciato sotto il muro di casa. Ferita la madre. Nella foto l’auto dopo aver investito il bimbo.
NAPOLI Morire a tre anni mentre attendi l’auto che ti porterà al mare, a cercare refrigerio da questo giugno infuocato. Morire mentre tua mamma ti tiene la mano e tu stai scherzando con il fratellino, sul marciapiede sotto casa. Dovrebbe essere il posto più sicuro del mondo, invece all’improvviso su quel marciapiede piomba una Suzuki grigia che corre veloce, forse troppo. Il piccolo Christian viene centrato in pieno e schiacciato sotto il muro di casa. La madre Maria V., 39 anni, viene ferita a sua volta. L’altro fratellino evitato per un pelo.
Sono da poco trascorse le 11.30 nella traversa di via Marco Polo, Cavalleggeri d’Aosta, periferia occidentale. Famiglie dignitose aspettano il sabato per un po’ di refrigerio. È così anche per Christian e i suoi. La tragedia è improvvisa. La mamma ferita è a terra e grida dolore e disperazione. Il guidatore dell’auto, un 51enne, è stravolto, sembra assente. Ma si ferma subito per cercare di soccorrere. Qualcuno chiama il 118 e la polizia. Ma i minuti passano, tanti, troppi, secondo alcuni testimoni.
Intanto dalla piccola folla si leva la rabbia verso il conducente, in tre o quattro lo circondano e cominciano a menarlo: schiaffi e calci. Arrivano per fortuna le moto dei vigili urbani (sezione antinfortunistica) e le auto della polizia più vicine. Il guidatore viene sottratto al linciaggio. Solo dopo un’ambulanza, poi ancora un’altra. Mamma e figlioletto trasportati d’urgenza al vicino ospedale San Paolo. Ma per il bimbo non c’è più nulla da fare.
La donna non è grave, ma la sua vita da ieri è come se fosse finita. Intanto la polizia esegue i primi rilievi. Il conducente investitore viene soccorso a sua volta in ambulanza e trasportato al Cardarelli, sia per curargli contusioni e ferite, che per effettuare alcol e droga test. Poi scatta l’accusa: omicidio stradale. Si attendono le decisioni del magistrato di turno il quale, secondo le nuove norme, potrebbe anche decidere la custodia cautelare ai domiciliari, se il conducente risultasse incensurato.
Da indiscrezioni pare che l’uomo nelle prime ore non sarebbe riuscito a fornire una spiegazione convincente del perché la sua auto sia piombata sul marciapiede. Qualche indicazione potrebbe arrivare dalla scatola nera montata sulla vettura. Gli investigatori ritengono che guidasse a velocità sostenuta, lo proverebbe anche l’enorme danno sull’intera parte anteriore della Suzuki.
Gli uomini del comandante Ciro Esposito, quelli della sezione infortunistica stradale, eseguono i rilievi. A terra i segni del gesso nell’area occupata dal corpicino di Christian e da quello della madre. Tracce di sangue nel pomeriggio afoso che una vicina — dopo aver avuto il permesso dagli investigatori — provvede a lavare. Perché nel palazzo in cui abitava Christian vivono altre famiglie con altri bambini «e non devono vedere questo scempio» commenta un’anziana, affacciandosi dalla finestra del pianterreno. È lei a confermare ai cronisti che i soccorsi sarebbero stati tutt’altro che celeri.