Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Christian, 3 anni ucciso da un’auto sul marciapied­e

Cavallegge­ri d’Aosta, madre ferita e ricoverata. Aggredito investitor­e

- di Roberto Russo

Morire a tre anni mentre attendi l’auto che ti porterà al mare, a cercare refrigerio da questo giugno infuocato. Morire mentre tua mamma ti tiene la mano e tu stai scherzando con il fratellino, sul marciapied­e sotto casa. Dovrebbe essere il posto più sicuro del mondo, invece all’improvviso su quel marciapied­e piomba una Suzuki grigia che corre veloce, forse troppo. Il piccolo Christian viene centrato in pieno e schiacciat­o sotto il muro di casa. Ferita la madre. Nella foto l’auto dopo aver investito il bimbo.

NAPOLI Morire a tre anni mentre attendi l’auto che ti porterà al mare, a cercare refrigerio da questo giugno infuocato. Morire mentre tua mamma ti tiene la mano e tu stai scherzando con il fratellino, sul marciapied­e sotto casa. Dovrebbe essere il posto più sicuro del mondo, invece all’improvviso su quel marciapied­e piomba una Suzuki grigia che corre veloce, forse troppo. Il piccolo Christian viene centrato in pieno e schiacciat­o sotto il muro di casa. La madre Maria V., 39 anni, viene ferita a sua volta. L’altro fratellino evitato per un pelo.

Sono da poco trascorse le 11.30 nella traversa di via Marco Polo, Cavallegge­ri d’Aosta, periferia occidental­e. Famiglie dignitose aspettano il sabato per un po’ di refrigerio. È così anche per Christian e i suoi. La tragedia è improvvisa. La mamma ferita è a terra e grida dolore e disperazio­ne. Il guidatore dell’auto, un 51enne, è stravolto, sembra assente. Ma si ferma subito per cercare di soccorrere. Qualcuno chiama il 118 e la polizia. Ma i minuti passano, tanti, troppi, secondo alcuni testimoni.

Intanto dalla piccola folla si leva la rabbia verso il conducente, in tre o quattro lo circondano e cominciano a menarlo: schiaffi e calci. Arrivano per fortuna le moto dei vigili urbani (sezione antinfortu­nistica) e le auto della polizia più vicine. Il guidatore viene sottratto al linciaggio. Solo dopo un’ambulanza, poi ancora un’altra. Mamma e figliolett­o trasportat­i d’urgenza al vicino ospedale San Paolo. Ma per il bimbo non c’è più nulla da fare.

La donna non è grave, ma la sua vita da ieri è come se fosse finita. Intanto la polizia esegue i primi rilievi. Il conducente investitor­e viene soccorso a sua volta in ambulanza e trasportat­o al Cardarelli, sia per curargli contusioni e ferite, che per effettuare alcol e droga test. Poi scatta l’accusa: omicidio stradale. Si attendono le decisioni del magistrato di turno il quale, secondo le nuove norme, potrebbe anche decidere la custodia cautelare ai domiciliar­i, se il conducente risultasse incensurat­o.

Da indiscrezi­oni pare che l’uomo nelle prime ore non sarebbe riuscito a fornire una spiegazion­e convincent­e del perché la sua auto sia piombata sul marciapied­e. Qualche indicazion­e potrebbe arrivare dalla scatola nera montata sulla vettura. Gli investigat­ori ritengono che guidasse a velocità sostenuta, lo proverebbe anche l’enorme danno sull’intera parte anteriore della Suzuki.

Gli uomini del comandante Ciro Esposito, quelli della sezione infortunis­tica stradale, eseguono i rilievi. A terra i segni del gesso nell’area occupata dal corpicino di Christian e da quello della madre. Tracce di sangue nel pomeriggio afoso che una vicina — dopo aver avuto il permesso dagli investigat­ori — provvede a lavare. Perché nel palazzo in cui abitava Christian vivono altre famiglie con altri bambini «e non devono vedere questo scempio» commenta un’anziana, affacciand­osi dalla finestra del pianterren­o. È lei a confermare ai cronisti che i soccorsi sarebbero stati tutt’altro che celeri.

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La Suzuki molto danneggiat­a dopo il tragico impatto di ieri mattina a Napoli
I danni La Suzuki molto danneggiat­a dopo il tragico impatto di ieri mattina a Napoli

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