Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Una scelta intelligente ma va ampliata l’offerta»
Roberto Braibanti, ecologista, attivista e divulgatore scientifico, alle ultime elezioni amministrative era candidato al consiglio comunale di Napoli con una lista civica in appoggio a Gaetano Manfredi.
Cosa ne pensa della delibera con cui l’amministrazione partenopea ha deciso il numero chiuso per le spiagge pubbliche napoletane?
«La vedo come una scelta intelligente perché in un Paese civile si dovrebbe fare così, però ho una difficoltà a vederla applicata qui da noi dove ci sono problemi più grandi da risolvere rispetto a questo».
In che senso?
«Se non forniamo la possibilità di raggiungere il mare ai cittadini poi è chiaro che il numero chiuso viene visto come un problema democratico di accesso al mare. Noi abbiamo una costa enorme ma per gran parte non è accessibile per problemi di depurazione, di infrastrutture e di privatizzazioni. Le esperienze di spiagge a numero chiuso negli anni passati con il Covid sono state negative perché il contingentamento è andato a scapito degli spazi pubblici».
Quindi cosa ci vuole per rendere il numero chiuso accettabile?
«Se c’è un’organizzazione pubblica allora il contingentamento sicuramente è la strada maestra. Se si offre un servizio i cittadini non sono mai contrari, anzi è anche giusto educarli ad avere un approccio organizzato all’utilizzo degli spazi pubblici. La Gaiola, ad esempio, è una spiaggia museo a numero chiuso, ma dietro c’è un’organizzazione, un sistema sul web per le prenotazioni con una persona che controlla sul posto. Lo stesso non immagino che si possa fare a Bagnoli, dove alla spiaggia non si può neanche accedere».
Dunque è una questione di organizzazione e di controlli da parte del Comune?
«Se si creano le condizioni per aumentare l’offerta di spiagge pubbliche allora è normale che la discesa deve regolarizzata e questo serve per avere servizi migliori».