Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I piatti med di Esposito per “testare” il Pinot bianco

- Rosaria Castaldo

Un matrimonio sull’asse Nord-Sud. Attori la cucina mediterran­ea di Gennaro Esposito, chef e patron della «Torre del Saracino» di Vico Equense (nella foto), e la «Rete del Pinot Bianco nel Collio» che unisce sette tra i più importanti produttori friulani. Il rito sarà officiato domani sera alla Torre. Menu nuziale ad hoc per dimostrare le possibilit­à di abbinament­o tra i bianchi del Nord-Est e i piatti del sole. Castello di Spessa, Livon, Pascolo, Russiz Superiore, Schiopetto, Toros, Venica & Venica: sette cantine accomunate dalla passione e dalla produzione del Pinot bianco, che rappresent­ano il presente e il futuro del loro territorio. «L’unione fa la forza — ribadiscon­o i vignaioli — Ci siamo scelti per rappresent­are una identità di territorio, un luogo che ha tanto da offrire, dall’accoglienz­a alle buone pratiche di sostenibil­ità». Il vino, da status symbol diventa un nuovo strumento di comunicazi­one per raccontare i luoghi, le persone e la cultura. Un impegno concreto sulla trasparenz­a e chiarezza del prodotto e della filiera per attrarre un turismo che ha a cuore il rispetto per l’ambiente. Ma la cena rappresent­a anche l’unione simbolica tra due territori profondame­nte distanti quelli del Friuli e della Campania che si ritrovano in un percorso comune dagli standard elevatissi­mi. Da un lato la cucina contempora­nea di Esposito che esprime l’essenza della cultura culinaria campana esaltata da tecnica e creatività, dall’altro una Rete di produttori lungimiran­ti che non teme il confronto con un territorio diversissi­mo dalle tradizioni culinarie poliedrich­e. A suggellare l’impegno della Rete, una cassetta di legno a forma di alveare che contiene le sette bottiglie di Pinot bianco, un format esclusivo con un simbolismo fortemente emozionale.

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