Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Io, Re Mida dei rapper»

Il manager e talent-scout ha scoperto (o lanciato) la nuova scena musicale Da Geolier a Young Snapp e CoCo fino all’ex duo Vale Lambo-Lele Blade

- Giuliano Delli Paoli

«Dietro ogni impresa di successo c’è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa». Così disse Peter Drucker, esperto di management tra i più influenti del Novecento. Parole che calzano a pennello per introdurre l’uomo che ha reso grande la scena rap napoletana degli ultimi anni: Enzo Chiummarie­llo. Ovvero il manager coraggioso, cha da semplice pr di serate musicali è diventato il Re Mida di un genere, il rap, di cui oggi Napoli è cuore pulsante.

È grazie a «Chiumma» (così lo chiamano tutti i suoi amici), se a Napoli hanno spiccato il volo fenomeni come Geolier, il mattatore delle classifich­e italiane che vanta un palmares da capogiro di 19 dischi di platino e 22 d’oro. E oltre 1.4 miliardi di streaming tra YouTube e Spotify.

Con l’inseparabi­le amico Luchè, Chiummarie­llo ha creato nel 2018 la Bfm, acronimo di «Be a fam», ossia «essere una famiglia», etichetta indipenden­te che coinvolge tanti altri rapper partenopei, come, tra gli altri, Lele Blade, Vale Lambo, CoCo, Mv Killa e Yung Snapp. Un focolare di giovani artisti di cui Chiumma è il deus ex machina.

Da semplice pr a manager di successo in appena dieci anni. Come ha fatto?

«Tutto è iniziato nel 2012. All’epoca i rapper che volevano esibirsi a Napoli incontrava­no difficoltà di ogni tipo. Venivano a crearsi sempre mille problemi. E molti artisti preferivan­o suonare altrove. Così decisi di formare da zero una squadra di rapper tutta napoletana».

Insomma ha deciso di ripartire da zero tutto da solo?

«Quando fai un lavoro da promoter o di booking, dunque investi parecchi soldi, capita spesso di incontrare artisti, perlopiù non napoletani, che, pur essendo pagati, vengono a esibirsi a Napoli come se ti stessero facendo un favore. Quindi alla fine è meglio se fai tutto in casa, direi cotto e mangiato».

Che ruolo ha avuto Luchè nel suo percorso?

«Un ruolo importanti­ssimo. Io e Luca ci conosciamo da più di trent’anni. Frequentav­amo la stessa scuola. Insieme abbiamo condiviso l’adolescenz­a. Ho seguito i Co’Sang per anni nei locali. Nel 2012 però ci siamo divisi. Lui è andato a Londra e io sono rimasto qui con Ntò (Antonio Ricciardi, l’altra metà dei Co’Sang, ndr). Poi nel 2014 ci siamo rivisti e abbiamo deciso di unire le nostre intuizioni. Ora siamo inseparabi­li, ci vediamo ogni giorno».

Che effetto le fa vedere la sua scoperta Geolier, in cima alle classifich­e italiane, esibirsi tra i big allo stadio Maradona per la festa scudetto?

«È sia una grande gioia che una bella soddisfazi­one. Ma è soprattutt­o motivo di orgoglio. È come quando un tuo caro ce la fa, nonostante abbia tutto contro, a cominciare dal posto in cui nasce. Ricordo quando lo incontrai per la prima volta. Era un ragazzino di appena di 13 anni. Ma aveva già un enorme talento nel freestyle. Nel 2018, dopo “P Secondigli­ano”, cantata in duetto con Nicola Siciliano, Emanuele (Geolier, ndr )mi chiese aiuto nella promozione del brano. Da quel momento non ci siamo più divisi».

Non solo talent scout. Lei è anche un rapper. Ed è anche bravo. Nel 2017, il suo primo e unico singolo, «Gianni Agnelli», è arrivato dal nulla al primo posto di Spotify. Perché non ha più proseguito?

«Ero molto più spensierat­o in quel periodo. Ed era tutto in fase embrionale. Avevo in squadra con me già Lele Blade e stavo creando il collettivo Slf. Io e D-Ross (Rosario Castagnola), entrambi fan sfegatati degli Squallor, decidemmo di produrre un brano rap folclorist­ico, appunto alla Squallor. Una canzone nata quindi solo per gioco. Infatti furono in molti a sorprender­si del primato su Spotify. Soprattutt­o perché le parole sono in napoletano stretto, alcune sono quasi incomprens­ibili. Dicevano: “Ma come fa Chiumma a essere primo in classifica?”». Sorride, molto divertito.

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Da semplice pr di serate musicali è diventato il Re Mida del rap, di cui oggi Napoli è cuore pulsante
Enzo Chiummarie­llo Da semplice pr di serate musicali è diventato il Re Mida del rap, di cui oggi Napoli è cuore pulsante

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