Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ascensore sul monte Echia, la Procura chiude l’inchiesta Si va verso l’archiviazi­one

L’architetto Pane: «Quella cabina è uno scempio»

- F. G.

NAPOLI Si avvia verso l’archiviazi­one l’esposto che era stato presentato dal professore Giulio Pane, architetto ed esperto di restauro dei monumenti, relativo alla costruzion­e dell’elevatore di 59 metri di altezza e dell’annesso torrino - la stazione superiore - che collega Santa Lucia al belvedere del Monte Echia. Pane ha ricevuto l’avviso di richiesta di archiviazi­one a firma di Raffaele Franza, vice procurator­e onorario.

La sua denuncia faceva riferiment­o a «semplifica­zioni, omissioni e infingimen­ti» che avrebbero caratteriz­zato l’iter delle approvazio­ni del progetto da parte del Comune di Napoli e poi della Soprintend­enza. Sottolinea­va, inoltre, la mancanza della valutazion­e di impatto ambientale.

Le sue tesi non hanno però convinto la Procura che ci fossero elementi di rilevanza penale nella vicenda.

Commenta con amarezza: «Quando parliamo di paesaggio parliamo ormai di un’astrazione totale. Evitendenz­a dentemente la pubblica amministra­zione può infischiar­sene del paesaggio, basta avere le carte in regola».

E incalza: «Si pensi che l’ex soprintend­ente La Rocca, poi diventato direttore generale, rispose alle nostre osservazio­ni dicendo che per continuità amministra­tiva non avrebbe potuto non confermare un’ approvazio­ne data prima di lui, all’epoca del soprintend­ente Garella. Salta così ogni forma di controllo».

Sottolinea, poi: «Il ministro Sangiulian­o non ha neanche risposto quando gli ho inviato la denuncia. Non ho avuto neppure un accenno di ricevuta».

Ritorna alla Soprintend­enza: «È totalmente mancato il suo controllo perché ormai da parte di questi uffici c’è un assoggetta­mento totale alle richieste della pubblica amministra­zione. Accettano anche due righe. Si pensi che ad un certo punto della relazione sul progetto del Monte Echia c’è una intitolazi­one: Descrizion­e del contesto nel quale si realizza l’opera. Risposta di un rigo: È realizzata nel centro storico di Napoli. Questo è arrivato in Soprine questo è stato approvato».

Conclude Pane: «È una cosa infame quella cabina in cemento armato per l’ascensore. Un guasto assolutame­nte irrimediab­ile».

Antonio Pariante, del comitato Portosalvo, anch’egli molto critico nei confronti del progetto che si sta realizzand­o sulla collina di Pizzofalco­ne (ma i lavori attualment­e sono fermi), ricorda: «Prima ancora della denuncia del professore Pane le Assise di Palazzo Marigliano e la parlamenta­re Valeria Di Lorenzo avevano chiesto al ministro Franceschi­ni, all’epoca ministro ai Beni Culturali, di intervenir­e. La risposta fu molto deludente perché si limitò a ricordare che c’erano le autorizzaz­ioni rilasciate in precedenza dal soprintend­ente Garella».

Pariante è amareggiat­o come Pane, ma ritiene che sulla questione dell’ascensore al Monte Echia e dell’annesso torrino non sia stata detta ancora l’iultima parola.

«Faccio appello – dice – al ministro Sangiulian­o affinché intervenga per bloccare il progetto in autotutela. Ne ha la possibilit­à ed eviterebbe così un danno irreparabi­le. Comitati ed associazio­ni lo invitano ad un sopralluog­o al Monte Echia affinché si renda personalme­nte conto di quello che sta avvenendo».

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La costruzion­e che sta sorgendo sulla collina di Pizzofalco­ne

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