Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sei personaggi, anzi di più trovano un altro autore: Binasco
tutti gli altri elementi parte integrante. Quest’esperienza insieme all’orchestra è una meravigliosa variazione sul tema, ma non è il tema. La mia comunicazione artistica si basa tanto su di me e sulle mie parole. La mia radice è sempre quella più minimale».
E sul nuovo tour Fabi aggiunge: «C’era il desiderio da parte mia di provare a regalare a me stesso e alle persone che mi seguono - che probabilmente hanno già ascoltato più volte la mia nudità musicale un’altra esperienza. L’ispirazione è imprevedibile. Tutto va a contrarsi in tempi più ristretti. Bisogna capire come riuscirò io ad inserirmi in questa tendenza. Non so fare programmi anche perché l’ispirazione per chi scrive canzoni da
Si dice da tempo di violare Pirandello affinché mantenga ancora oggi intatta la sua forza destabilizzante e iconoclasta. Eppure ogni volta che ci imbattiamo in un allestimento dell’autore agrigentino – se si eccettuano pochi casi come quello storico del Living Theatre - si tratta quasi sempre di riproduzioni ossequiose, conformiste e tutto sommato museificate. Va dato quindi merito a Valerio Binasco e allo Stabile di Torino per aver finalmente proposto Sei personaggi in cerca di autore (al Bellini fino al 28 maggio) che tratta il più iconico dei testi del maestro siciliano come un classico, bisognoso come i tragici greci o lo stesso Shakespeare di una rivitalizzante shakerata. E così, complice anche l’antipatia dichiarata da Binasco nei confronti dei Sei personaggi, l’arricchimento con passaggi non presenti nell’originale e il suo allestimento in un palcoscenico-palestra spoglio con tanto di canestro in cui lanciare la palla nei momenti di training, offre un’opera 2.0, arricchita dalla presenza dei giovani allievi dello stabile piemontese. Il ritmo si alza e lo stesso confronto fra il padre (Binasco) e il direttore-capocomico (Jurij Ferrini) tocca le più svariate tinte della tavolozza teatrale, da quella più drammatica a quella comica. Ma ancor di più mette a fuoco le ragioni della crisi attuale, che va dall’assenza di nuova drammaturgia di qualità («siamo perciò costretti a tornare sempre a Goldoni, Shakespeare, Molière e appunto Pirandello») o a quella più esistenziale fra attore e personaggio, già tutta dentro l’intuizione pirandelliana. Infine di grande qualità l’intero cast fra i quali Giordana Faggiano, vigorosa protagonista dello scabro gioco incestuoso imposto dal patrigno.
"Sul palco C’era il desiderio da parte mia di provare a regalare un’altra esperienza oltre la nudità musicale