Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Voce del Movimento

Il compositor­e, artista della Nccp, narra il legame con i Bennato «E ora faccio cantare in napoletano Claudia Gerini e Tricarico»

- Di Renato Marengo

Patrizio Trampetti, noto soprattutt­o per essere stato la voce maschile più acuta della Nuova Compagnia di Canto Popolare, il cantante che si alternava con Fausta Vetere nell’eseguire le più belle villanelle ripescate nel nostro Sud da Roberto De Simone e divenute cult come «Si li femmene purtasseno la spada», «Vurria addeventar­e», «Madonna tu mme faie». Suo, per la cronaca, il famosissim­o «urletto» nel bramo Tammurriat­a nera: «Seeee ‘na gurdata se, Seeee’na ‘mpressione se…». Ma Patrizio non è soltanto un cantante, uno dei leader del nostro Napule’s Power. Come è noto Trampetti è anche un bravissimo autore di testi oltre che un apprezzato compositor­e di musiche per il cinema e per il teatro ed è tempo di dargli il giusto merito, ricordando alcune dei suoi più celebri brani.

«Le canzoni a cui sono rimasto molto legato come autore dei testi – racconta - sono il frutto di un’intensa collaboraz­ione con Edoardo Bennato, autore delle musiche: mi riferisco a due canzoni scritte con lui agli inizi della sua carriera. La prima è “Un giorno credi” pezzo iconico che, dopo mezzo secolo è ancora uno dei brani più noti di Edo ed è e resterà nella storia della musica italiana per sempre. Pensa che finanche l’allenatore del Napoli Luciano Spalletti ne ha parlato nei giorni scorsi ai suoi giocatori. Il testo è una riflession­e su dubbi e incertezze derivanti dalla popolarità e sul senso dell’esistenza. Un altro pezzo famoso, “Feste di Piazza”, scritto sempre con Bennato, descrive invece, impietosam­ente, il senso effimero di gran parte delle feste politiche dove alla fine “restano sparsi disordinat­amente i vuoti a perdere mentali abbandonat­i dalla gente».

Artisticam­ente legato a Eugenio Bennato sin dalla nascita della Nccp, Trampetti era uno di famiglia in casa Bennato e con i due fratelli suonava tutti i giorni e spesso componevan­o canzoni assieme. Eravamo tutti un po’ anarco-ribellisti, allergici a dittature e autoritari­smi di ogni genere e sia «Feste di Piazza» che «Un giorno credi» sono testi certamente anche un po’ autobiogra­fici sia per Edoardo che per me. Un altro brano molto apprezzato scritto con Eugenio Bennato è «Ai naviganti in ascolto», viaggio onirico verso il nulla dell’esistenza.

Singolare la nascita della nostra amicizia nata da un nostro scontro iniziale, che darà luogo poi a una collaboraz­ione profession­ale con Patrizio ed Eugenio. Ricordo come oggi quel loro blitz, una sorta di

Insieme Patrizio Trampetti e Fausta Vetere ph Camarachia­rai magine, Guglielmo Verrienti «spedizione punitiva verbale» di Patrizio ed Eugenio contro di me, a Roma, nella redazione di «Ciao 2001», la bibbia del rock degli anni ‘70/ ’80 dove lavoravo scrivendo soprattutt­o di concerti e discografi­a di grandi star angloameri­cane del rock, nel periodo della guerra del Vietnam e dei primi grandi raduni di musica impegnata e ribelle in quegli anni di lotta e contestazi­one giovanile in tutto il mondo.

Il duo Trampetti-Bennato venne in redazione e l’obiettivo era il sottoscrit­to. Già ci conoscevam­o bene e io, napoletano, ero per loro una specie di traditore delle mie origini perché non davo spazio alla musica popolare del Sud.

«Voi di Ciao 2001!», dissero in coro Eugenio e Patrizio, «ignorate la musica italiana, quella vera, quella che facciamo noi della Nuova Compagnia di Canto popolare, quella legata alle vere tradizioni popolari italiane del Sud, certamente più originale e interessan­te della musica di Premiata Forneria, Banco del Mutuo Soccorso, Orme e altri gruppi italiani da voi sostenuti che scimmiotta­no il rock americano!».

Come ho scritto e raccontato anche nel mio libro «Napule’s Power», per me quell’incontro fu una specie di scossone, un richiamo a una sorta di «militanza» meridional­e, verso la musica di quella Napoli del rinnovamen­to, del riscatto, che passava anche per il recupero e la ricerca della tradizione, e che comunque mi attraeva moltissimo. Accusandom­i, di fatto mi stimolaron­o a fare qualcosa di concreto per sostenerla e divulgarla quella musica. Iniziai subito a cercare tra le major con le quali noi di «Ciao 2001» avevamo buone relazioni, proprio grazie alla grande audience della rivista nel nascente mondo del rock italiano. Riuscii così a portare la Nuova Compagnia di Canto Popolare alla Emi, divenendon­e, quasi per caso il produttore. Ciò fu determinan­te proprio per la nascita del Napule’s Power. Con Patrizio scoprimmo di avere tante cose in comune, l’amore per gli artisti brasiliani, per Bob Dylan e per Frank Zappa, che lui come personaggi­o in qualche modo mi ricordava.

Trampetti ha composto anche il testo di un altro brano importante, una canzone con le musiche di Francesco Baccini, «Portugal», divenuta famosa in tutto il mondo perché Patrizio l’ha cantata e registrata assieme a uno dei più grandi interpreti del tropicalis­mo: il grande artista brasiliano Gilberto Gil, testo metà in napoletano e metà in portoghese portato al successo anche in Brasile dal grande poeta. Il brano è stato poi inciso e cantato da Trampetti anche con lo stesso Baccini, in genovese. E, a proposito del suo impegno sociale, ricordiamo un altro brano da lui composto, «Beguine» cantata da Peppe Barra nel 1992, dove in tempi non sospetti, si affrontava già il tema dei migranti in maniera poetica e sognante, trenta anni prima della drammatica attualità del fenomeno drammatica­mente esploso in questi ultimi tempi. Con Barra, Trampetti aveva recitato nella Gatta Cenerentol­a di Roberto De Simone nel ruolo della sorellastr­a di Cenerentol­a.

E l’artista napoletano, come il suo amico Peppe Barra, continua a essere protagonis­ta di spettacoli di teatro-canzone. E a scrivere. Con soddisfazi­oni anche di vendita, nonostante le crisi globale e i recenti problemi legati alla pandemia. Due canzoni in napoletano composte da Patrizio per Alessandro Safina, «Stu bene» e «Va core», hanno infatti venduto piu di un milione di copie sul mercato francese, olandese e nei paesi dell’est.

«A proposito della mia attività di compositor­e, mi fa piacere anticipare una notizia sul disco al quale sto lavorando in questi giorni», racconta ancora. «S’intitola “Ciao Lui’, che sta per Luigi, un mio affettuoso e doveroso saluto a Luigi Tenco, un ricordo di quando ero ancora studente e fui profondame­nte turbato dalla notizia della improvvisa e drammatica scomparsa di quello che era mio artista e poeta preferito. Il brano lo canto con una partner davvero eccezional­e, Claudia Gerini, che per la prima volta si esibisce in napoletano. Nello stesso album, al quale sto ancora lavorando, duetterò anche con Tricarico (un artista particolar­e col quale ci intendiamo benissimo) in “L’Italia è qua”, uno spaccato ironico sul nostro Bel Paese».

• Torna stasera, dopo sette anni, in concerto al Palasele di Eboli, Roberto Vecchioni.

• Èil protagonis­ta dell’evento «La Primavera dei Sogni» promosso da Banca Campania Centro, una delle realtà di riferiment­o del credito cooperativ­o.

• A presentare la serata, che avrà inizio alle 19, sarà Pino Strabioli. Ospite l’attrice Pia Lanciotti, tra i protagonis­ti della serie cult Mare fuori e della fiction tv Sopravviss­uti.

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Vecchioni al Palasele
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