Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Pompei e i gladiatori in mostra a Barcellona nel museo Marítim
Il direttore scientifico: è l’Erasmus dell’arte
Una passeggiata su via dell’Abbondanza, la pausa alle terme, e poi i combattimenti all’arena aperti dagli elefanti, dove lo spettatore di oggi può entrare come duemila anni fa, grazie alla realtà virtuale. È quanto promette la mostra Pompeya, el último gladiator (Pompei e l’ultimo gladiatore) che sarà aperta dal 1° giugno al 15 ottobre 2023 presso il museo Marítim di Barcellona.
Una produzione tutta napoletana voluta dalle società Dalì Universe e Phantasya con la direzione artistica di Roberto Pantè e quella scientifica di Raffaele Iovine, per un progetto internazionale che, dopo la Spagna, sarà a Parigi o Francoforte e poi negli Stati Uniti. «Il fil rouge sono i gladiatori — spiega Pantè — anche se la mostra è un viaggio immersivo in tutta la vita quotidiana dell’antica Pompei fino alla catastrofe dell’eruzione, che rendiamo possibile grazie alla sceneggiatura del più grande spazio di metaverso mai realizzato, di 400 metri quadri, con musiche originali e un’attenta ricostruzione storico filologica». Ad aprire il percorso sarà l’ologramma di un gladiatore, che introdurrà il visitatore nelle diverse sezioni: dalla caserma dove i lottatori si esercitavano, fino al teatro, con affreschi di scenografie e maschere d’epoca, passando per una sala degli specchi e le terme, luogo fondamentale nella vita sociale dell’Impero Romano. Ologrammi con personaggi del tempo si affacceranno alle finestre degli edifici, mentre di grande interesse è senz’altro il thermopolium, il fast food dei romani riscoperto pochi anni fa. «Questo straordinario progetto internazionale — dichiara il direttore scientifico Raffaele Iovine — è un tassello importante per dare vita a “corridoi culturali” che uniscano Napoli alle grandi metropoli europee e mondiali. Una sorta di Erasmus dell’arte che possa favorire anche la mobilità dei giovani in altri Paesi e renderli testimoni e ambasciatori del patrimonio storico-artistico della nostra città». Effetti luminosi e oggetti tridimensionali saranno affiancati da affreschi, suppellettili, sculture, armi, per raccontare degli antichi combattenti delle arene, con scudi, schinieri, spallacci, cuspidi di lancia, pugnali e spade provenienti dai depositi del Mann. «Negli ultimi otto anni il Museo è stato protagonista di oltre 300 mostre all’estero: tranne l’Africa abbiamo toccato tutti i continenti e siamo ambasciatori di Napoli, dell’Italia e della civiltà classica nel mondo, in quanto maggiori prestatori nazionali nel settore dell’archeologia — ricorda il direttore Giulierini —. Gli immensi depositi del Mann ci consentono di organizzare esposizioni e di partecipare a progetti di divulgazione e valorizzazione del patrimonio come questo e presto con particolari modalità e in sicurezza i nostri straordinari depositi saranno visitabili». Giulierini, infine, spiega che «solo lo scorso anno fuori dall’Italia questi tesori ‘liberati’ da Sing Sing, il nome dato al più celebre dei nostri depositi, sono stati ammirati da più di 700mila persone. Insieme a questi reperti per il mondo viaggia l’Italia, e la sua cultura».