Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Raf: da Pino a Geolier, gli «idoli» partenopei

Il cantautore all’Augusteo con «La mia casa tour»

- Carmine Aymone

Ha venduto 10 milioni di dischi in tutto il mondo, scrivendo e pubblicand­o in 40 anni di musica hit di enorme successo, molte divenute iconiche, come «Self control», «Battito animale», «Ti pretendo», «Si può dare di più» che l’amico Umberto Tozzi con Gianni Morandi ed Enrico Ruggeri propose al Festival di Sanremo nel 1987 (vincendolo). Raf stasera con «La mia casa tour» sarà al teatro Augusteo: «Suonare a Napoli, tra le capitali della musica del mondo, ha un fascino diverso. Non vedo l’ora di proporre lo show in questa città incredibil­e».

Quanto è stata importante Napoli per la sua crescita artistica?

«Molto. La musica napoletana è stata ispiratric­e di tante cose, di linee melodiche che ancora oggi vengono scritte e non solo in Italia».

Lei è uomo del Sud, pugliese, chi ha ascoltato e continua ad ascoltare degli artisti partenopei?

«Da bambino ero un grande fan di Massimo Ranieri e lo sono tutt’oggi, un artista incredibil­e capace di fare tutto. Crescendo ho amato Edoardo Bennato con cui ho duettato nel 2005 in “Ogni favola è un gioco” con Alex Britti alla chitarra, una delle cose più belle e divertenti mai fatte. Stimo e ascolto Enzo Avitabile, Enzo Gragnaniel­lo, i 99 Posse, oggi Geolier, ma su tutti c’è uno dei miei miti musical in assoluto».

Il nome?

«Pino Daniele, diventato poi anche mio vicino di casa, coincidenz­a che ha fortificat­o ancora di più il nostro legame. Ho ascoltato i suoi brani sempre, in ogni luogo, in ogni momento della mia vita. Un poeta, un chitarrist­a, un musicista unico. Pino è stato un mio punto di riferiment­o».

Parliamo del live, perché «La mia casa tour»?

«A casa tutti bene? È una domanda che indica quanto l’armonia dello spazio domestico e delle persone e animali con i quali lo condividia­mo sia fondamenta­le per il nostro benessere. Immaginand­o

di allargare il concetto di casa all’intero pianeta, l’equazione è la stessa. È un’illusione credere di poter stare bene se ci curiamo solo di noi, mentre mostriamo scarsa empatia verso milioni di persone costanteme­nte in condizioni di sofferenza, nessun interesse nei confronti di una maggiore sostenibil­ità e nessun impegno nel contrastar­e il cambiament­o climatico in atto. Stiamo bene solo se a casa tutto va bene. E musicalmen­te parlando i teatri sono tornati a essere “La mia casa”, dove accolgo il pubblico con musica, parole e con l’energia e le emozioni di sempre».

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