Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il teatro rilegge la filosofia di Tommaso Campanella
Alla Domus Ars , testo di Rosario Diana, ispirato a «La Città del Sole». Recita Tony Laudadio
Il teatro continua a interrogare la filosofia e stavolta lo fa attraverso una delle figure più affascinanti e controverse della storia del pensiero occidentale.
Stasera, domani e venerdì, alle 20.30, nella sede della Domus Ars di via Santa Chiara va in scena infatti «Il Sogno della Ragione», un testo di Rosario Diana ispirato a «La Città del Sole» di Tommaso Campanella. Opera di cui cadono i 400 anni dalla prima edizione scritta in volgare e poi tradotta dall’autore in latino, pubblicata nel 1623 a Francoforte. Sarà una performance di teatro, musica e danza in un atto e tre quadri, che ha per protagonista l’attore Tony Laudadio (nel ruolo del filosofo), insieme ai danzatori Federico Contella e Martina Nappi, che si muoveranno nello spazio disegnato da Nera Prota e con i costumi di Benedetta Tramontano.
«Ho scelto la danza come interlocutrice del pensiero di Campanella – spiega Diana, autore e ricercatore di Filosofia al Cnr – perché essendo incentrata sul movimento fisico ben si prestava a rappresentare l’alterità alla sola ragione, predicata dal filosofo, che con vere e proprie aberrazioni negava l’importanza dell’emotività e delle altre manifestazioni del sentire umano. Pensate che l’utopia della sua Città ideale non lasciava spazio nemmeno all’amore fra un uomo e una donna, il cui incontro aveva solo una funzione procreativa». Questo non tragga però in inganno lo spettatore, in una visione complessivamente dialettica e critica, Diana sottolinea anche gli aspetti ancora oggi interessanti della dottrina campanelliana. «In particolare nella sua teoria va sottolineata l’abolizione della proprietà privata e l’affermazione del merito ai danni del rango. Insomma una repubblica cristiana nello spirito, teocratico-comunista, ma non nella lettera, dal momento che i solariani non conoscono la rivelazione».
Posizioni che gli costarono 27 anni di carcere fra Napoli, Padova e Roma, fra gli arresti e i processi intentati dagli spagnoli e dalla Santa Inquisizione. Dalla quale fu salvato grazie all’intervento di papa Urbano VIII, a cui il frate domenicano era legato, che gli consentì la fuga in Francia dove visse fino alla fine dei suoi giorni nel convento parigino di Saint-Honoré.
Tutti argomenti su cui si discuterà domani alle 16 nella Biblioteca Ispf-Cnr di via Porta di Massa 1, nel seminario di cui saranno protagonisti Manuela Sanna, Manuel Bertolini e lo stesso Diana.