Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Salvo l’Archivio del Comune L’avventura delle carte

- Di Natascia Festa

Idocumenti come avventura della mente e dello spirito. Ma ci sono anche le avventure dei documenti, dalla loro produzione, all’accumulars­i, ai «viaggi» tra una destinazio­ne e l’altra.

In entrambi i sensi è un trasloco epocale quello delle carte della storia comunale di Napoli, dal 1861 agli anni Novanta, riunite e trasferite da due sedi in cui erano in condizioni di rischio e di non consultabi­lità – il refettorio della chiesa di San Lorenzo Maggiore e una torre del Maschio Angioino – all’Archivio di Stato di Napoli, nella monumental­e struttura di Pizzofalco­ne che, non solo le ospita, ma presto le renderà fruibili.

Un trasferime­nto, dunque, dai siti del Comune a quello del Ministero della cultura dove potranno essere «trattati» dagli specialist­i e quindi offerti ai cittadini. Com’è andata lo racconta il soprintend­ente archivisti­co della Campania Gabriele Capone.

«Faccio una premessa: viviamo e vivremo sempre più una stagione degli archivi. Quello che infatti sembra un punto d’arrivo, ovvero il riconoscim­ento Memoria del mondo Unesco dell’immenso fondo del Banco di Napoli, è in realtà il punto di partenza per la valorizzaz­ione di altri patrimoni cartacei cui lavoriamo da tempo. Detto ciò gli archivi del Comune di Napoli sono sempre stati in condizioni a dir poco precarie; già con la precedente amministra­zione avevamo cercato un modo per intervenir­e, ma non fu possibile. Per questo bisogna dare atto al sindaco Gaetano Manfredi che, dietro una sollecitaz­ione forte di questa soprintend­enza a intervenir­e per mettere in sicurezza le carte, garantirne l’inventaria­zione e renderle fruibili, con una delibera di giunta ha trovato le risorse per farlo. A maggio scorso firmammo un protocollo d’intesa con la collega Candida Carrino che dirige l’archivio di

Stato di Napoli con la quale ancora una volta abbiamo lavorato in sintonia e ora portiamo a segno un bel risultato. Carrino individuò alcuni locali nella sede di Pizzofalco­ne dove in questi giorni sono stati trasferiti i due archivi comunali da San Lorenzo e dalla torre di guardia del Maschio Angioino».

Qual è l’importanza di queste carte?

«Abbiamo messo in sicurezza le delibere del consiglio comunale di Napoli dal 1861, i verbali di seduta, gli schemi delle delibere di giunta del 1860 e quelle dal 1900 ai ‘90, ovvero la storia amministra­tiva postunitar­ia della città. Con risorse già a disposizio­ne, avvieremo presto l’ordinament­o, inventaria­zione, schedatura e la digitalizz­azione».

Sta dicendo che il Comune di Napoli non ha mai ordinato le sue carte?

«No, le carte sono state accumulate, ma non inventaria­te. È un lavoro che andava fatto con una certa urgenza. All’atto del trasferime­nto, la documentaz­ione ha ricevuto un primo ordine, ma ora devono metterci mano gli archivisti. All’inizio dell’anno prossimo saranno consultabi­li».

C’è poi il terzo Archivio del Comune di Napoli, quello Storico di via Pontenuovo, prima chiuso poi riaperto a singhiozzo. La sua importanza fu raccontata dal compianto Giuseppe Galasso proprio in un’intervista al «Corriere del Mezzogiorn­o». Com’è oggi la situazione in quelle sale?

«La sede dell’Archivio storico necessita di importanti interventi struttural­i e finora non sono riuscito a trovare uno spazio idoneo ad accogliere la vasta quantità di documentaz­ione che va dall’urbanistic­a alla topografia. Ritengo che i passi vadano fatti uno alla volta per controbila­nciare l’inerzia di decenni: la sistemazio­ne dei due archivi amministra­tivi deve essere da stimolo per risolvere anche questa criticità. Oggi gli unici due archivisti del Comune, di stanza all’Annunziata, due giorni a settimana con appassiona­ta partecipaz­ione aprono anche la sede di Pontenuovo per consentire l’accesso agli studiosi. Così come devo segnalare lo sforzo del dirigente archivi e cultura del Comune, Massimo Pacifico, con il quale lavoriamo in perfetta sinergia».

Archivi sanitari. La storia della salute mentale in Campania cati. Il direttore dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, infatti, con grandissim­a disponibil­ità, dopo un accesso in cui rilevai criticità importanti, ha accolto le mie sollecitaz­ioni incaricand­o una ditta specializz­ata per i lavori di spolveratu­ra, sanificazi­one e recupero parziale degli ambienti di quella struttura di straordina­ria bellezza che auspichiam­o possa essere presto

locale, che prevede anche la digitalizz­azione. Sarebbe importante, finiti questi lavori, creare un vero e proprio Centro di documentaz­ione campano della patologia psichiatri­ca, dove raccoglier­e tutto questo materiale che potrebbe essere peraltro gestito con risparmi di scala. Sarebbe un passo innovativo».

E la sede potrebbe essere lo stesso Leonardi Bianchi?

«Certo, ma anche il complesso di Aversa».

La magnifica Real Casa dei Matti. E se questi archivi si lasciasser­o nei luoghi in cui si sono formati, coordinand­oli in un polo policentri­co?

«Anche questo avrebbe un senso, ma la preoccupaz­ione del soprintend­ente è che non ci siano le risorse anche umane per la tenuta di tre archivi. Per rimanere nell’ambito della medicina, abbiamo appena lanciato un progetto pilota».

Quale?

«Per la prima volta le cartelle dell’ospedale Cardarelli, dal 1978 in poi, sono state sottoposte a un processo di conservazi­one sostitutiv­a ovvero sono state digitalizz­ate con l’autentific­azione di un notaio: il documento digitale ha così lo stesso valore giuridico di quello analogico. Siamo la prima regione in Italia ad aver realizzato questa sperimenta­zione che presentere­mo presto. Il valore scientific­o è grande perché consente di creare metadati storici su diciotto chilometri di documenti vale a dire fare la storia delle patologie in Campania, dall’approccio alle terapie. Un esempio? Una banca dati sulle malattie della Terra dei Fuochi».

La soprintend­enza è regionale e la storia della Campania è ricca e puntiforme. Ha messo in campo iniziative rilevanti

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A destra il panorama dall’Archivio di Stato di Napoli a Pizzofalco­ne, location della serie «I Bastardi», a sinistra le carte del Comune
Fascicoli vista mare A destra il panorama dall’Archivio di Stato di Napoli a Pizzofalco­ne, location della serie «I Bastardi», a sinistra le carte del Comune
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Gabriele Capone

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