Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Canta Mv Killa: il rap è una grande «Fede»

Geolier, Guè, Madman e Gemitaiz nel nuovo disco

- Giuliano Delli Paoli

Il valore della fedeltà nella sua accezione più ampia è il leitmotiv al centro del nuovo disco di Mv Killa, «Fede», appena pubblicato. L’album contiene tredici nuove canzoni in cui il rapper napoletano si guarda allo specchio per mettere in ordine pensieri contrastan­ti, tra gioie e dolori: dal rapporto di coppia al business all’amicizia.

Un diario di bordo che il ventisette­nne Marcello Valerio - così il musicista all’anagrafe scrive con parole di amore e «odio» verso il mondo esterno, dando vita ad un concept album autobiogra­fico a puntate, nel quale il rap cosiddetto «vecchia maniera», nel gergo hip hop «old school», la fa da padrona.

«Questo disco - racconta l’artista - è un atto di fede verso me stesso e il mio percorso. Aver fatto tanta gavetta nella scena undergroun­d mi ha dato l’opportunit­à di comprender­e meglio chi sono come rapper. Prima di fare musica poi ho lasciato più volte Napoli per guadagnarm­i da vivere. Ho svolto tanti lavori, dal cameriere al lavapiatti. Esperienze importanti­ssime che porto dentro di me. Fede è anche un invito a credere sempre nei propri sogni e nel potere autentico della musica».

Tanti gli ospiti presenti. A cominciare dall’amico Geolier, che Killa considera un «fratello», presente nel singolo «Me vogl bene», a Guè, Madman, Gemitaiz, Vale Lambo, Yung Snapp, Lele Blade. Tra un potenziale tormentone e l’altro, non mancano passaggi più intimi, come i versi di «Ce l’amm fatt’», canzone che celebra una riscossa sia artistica che sociale: «Dimme che ne saje d’’e sacrificie. Mo sto bbuono sulo si mamma è felice. Veco ‘a gioia ‘ncopp’ô viso. Nuje ce l’ammo fatta. Aggi’’a dá tutte cose areto a chi m’è stato a ffianco. Nisciuno ce credeva, stevo sulo ‘int’a na stanza».

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