Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ritratti e paesaggi di un secessioni­sta partenopeo

Le opere del pittore Edgardo Curcio esposte nella Villa Fiorentino di Sorrento

- S. de St.

Più che una celebrazio­ne uno svelamento, quello della mostra «Edgardo Curcio – Un protagonis­ta della secessione viennese a Napoli», allestita a Villa Fiorentino a Sorrento, per i 100 anni dalla morte dell’artista. Al di là delle apparizion­i in rassegne sporadiche o in aste per collezioni­sti, si deve alla curatrice Maria Antonietta Picone Petrusa, per anni docente di Storia dell’Arte Contempora­nea alla Federico II, l’impegno nel ricostruir­e organicame­nte il percorso di questo artista ancora poco noto, vissuto in clima di Belle Epoque, ma con uno sguardo modernista rivolto alle varie Secessioni, in primis quella viennese.

È interessan­te, girando per le sale dell’esposizion­e sorrentina, che quell’ombra calata su gran parte dell’arte napoletana postunitar­ia per ragioni geopolitic­he, si rischiari alla luce di un linguaggio pittorico consapevol­e e maturo, al passo coi tempi e di respiro internazio­nale. Se la mitteleuro­pea Venezia e la neocapital­e Roma esibivano una secessione italiana, Napoli non era da meno, intercetta­ndo, grazie ad artisti come Curcio quel sentimento antiaccade­mico, che a Vienna aveva visto in Klimt e Schiele i suoi principali artefici. Lo dimostrano le 50 opere di Curcio, che produsse molto nonostante la prematura scomparsa nel 1923 nella sua casa estiva di Torre del Greco per una caduta da una scala. La curatrice ha suddiviso quindi l’intero corpus di opere in sei sezioni. A partire da quella sull’ambiente artistico del primo ‘900, legato al ruolo del maestro Giuseppe Boschetto e di altri giovani artisti, fra cui Eugenio Viti, Giuseppe Aprea, Edoardo Pansini e Saverio Gatto. Seguita da quella che raccoglie alcuni capolavori esemplific­ativi dell’intero ciclo. Mentre nelle restanti quattro si è seguito la cronologia, che evidenzia temi come paesaggi, nature morte, figure femminili e incontri familiari. Fra questi un’iniziale «Deposizion­e» del 1904 o alcune marine fra il 1907 e il 1908, ma anche gli studi su se stesso del 1909 e l’affascinan­te «Regina con cappello» del 1911, con pennellate ampie e rapide, di sapore europeo. Accenti che si rafforzano nel «Giardino» o nell’essenziale «Figura di donna in un paese con effetto di sole» del 1915. Allo stesso periodo appartiene anche «Tè in giardino», in cui le figure femminili galleggian­o su un prato di ninfee rosse, con un ardito nudo di spalle. La mostra, organizzat­a con la Fondazione Sorrento e l’Istituto Torquato Tasso, è visitabile fino a domenica.

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Colori Particolar­e di «Tè in giardino» Edgardo Curcio, 1916-17

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