Corriere del Mezzogiorno (Campania)
ANTONIO PASCALE, L’INSONNIA E LA FILOSOFIA
Si inerpica per strade impervie Antonio Pascale in questo suo nuovo pamphlet L’altra scommessa, edito da Marsilio. Sottotitolo: Pascal, indagine sul pessimismo. Lo scrittore affronta di petto le questioni fondamentali, dall’esistenza di Dio al senso della vita, seguendo il filo di un ragionamento che prende le mosse dalla sua insonnia e dalle letture del pensatore francese. Pascale del resto è abbastanza aduso a un registro speculativo, anche nei suoi testi narrativi. Ma proprio la parte narrativa e autobiografica è la più convincente del libro: Pascale da sempre è un maestro dell’autofiction, ha aperto con successo già da una ventina di anni questa strada oggi percorsa da molti altri. Nel nuovo libro, lo scrittore passa con disinvoltura dal ricordo del catechismo di suor Vincenzina al pessimismo del pensatore francese. Ed è il versante più «filosofico» del discorso a risultare meno riuscito, specie nella critica del tempo presente, sviluppata solo per accenni abbastanza generici. Le storie di Pascale invece sono raccontate con quella lievità che non è mai leggerezza o banalità e che cattura il lettore. Ecco quindi l’episodio della scelta del suo nome e del santo protettore da parte della famiglia, che non sapeva decidersi tra sant’Antonio da Padova e sant’Antonio abate. Oppure il viaggio in Amazzonia, in cui Pascale manifesta scetticismo verso le pratiche animiste e le credenze sulla presenza di spiriti benefici negli alberi; quando arriva la notte buia come pece, lo scrittore si convince che non arriverà al giorno successivo: «Così ho fatto una cosa che mai avrei creduto di fare: a tentoni, nel buio, ho cercato il cedro magico e l’ho abbracciato. Vi devo dire la verità: ha funzionato». E non per magia, ma perché Pascale si è sentito partecipe di una condizione generale: «Il mio compito nella vita è stato lo stesso del primo uomo, quello che si è perduto nella foresta, e allora, nonostante la sua conscienza fosse appena in nuce, un barlume, si è sentito aggredito dal buio della notte: trasformare il trauma del buio in un dolore che si possa raccontare». Vale a dire, il pessimismo si può combattere con la parola.