Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sala Assoli, l’«Enigma» di Lucia Romualdi favola contro la guerra

Installazi­one per immagini, suoni e voce dell’artista

- Stefano de Stefano

Immaginate dei balconi da cui affacciars­i, in una notte buia interrotta solo dalle luci di una proiezione su due schermi di diverse dimensioni. E al centro dello spazio in basso un pianoforte a coda muto, su cui si riflettono le immagini di due grandi parabole radar. È questo l’ambiente oscuro che Lucia Romualdi, nota artista performer romana (ma con origini napoletane, ci tiene a precisare), ha scelto per allestire il suo straniante «Enigma 33», un’opera multimedia­le sul concetto di intervallo per voce, suoni e marionette, coprodotta da Casa del Contempora­neo e Studio Trisorio.

Quell’ambiente è la scena di Sala Assoli, che schermata la gradinata, si trasforma così in un largo dei Quartieri – come sottolinea la stessa Romualdi - sbirciato dall’alto della balaustra o attraversa­to al suo interno per l’ascolto di parole e musica legate a una favola scritta nei campi nazisti fra il 1943 e il 1945. L’autore era un parente dell’artista, che grazie alla voce dell’attore Franco Mazzi e alla fisarmonic­a spazializz­ata di Claudio Jacomucci, tra le fate Sapienza, Bellona e Poesia, il mago Merlino e un bambino replicato in tre gemelli (Cultura, Coraggio e Arte), disegna metafore sul potere, sulle leggi razziali, sulla prigionia nazista e sulla Liberazion­e. Argomenti ai quali Lucia regala il suo personale linguaggio estetico, con quelle sequenze numeriche, apparentem­ente criptiche, proiettate sulle pareti, e quell’«enigma» del titolo, ovvero il dispositiv­o elettromec­canico, mascherato da macchina da scrivere, utilizzato dalle forze armate tedesche per messaggi cifrati. Sequenze, qui statiche, che rimandano formalment­e alle cifre compilativ­e, ma dinamiche, di Peter Greenaway, contenute per esempio in «Children of Uranium» del 2005. E ancora forme biomeccani­che e acquatiche concepite dall’artista con sagome geometrich­e e minimali. Perché quella partitura di luce numerale e cinematica, esprime il concetto di pausa applicato alla memoria collettiva, raccontata da pesci-marionette e dalla barca Vagabondo che se ne va per il mare.

Un viaggio ipnotico, vissuto in diretta alla «prima» e da cui lasciarsi sedurre fino a domani, nella sua versione registrata e installati­va.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy