Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Turi: «L’addizionale comunale in aumento è un ulteriore colpo»
Il leader dei commercialisti: allargare le Zes
Crisi economica, sono le piccole imprese a soffrire di più. È l’analisi di Eraldo Turi, presidente dell’ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, che fa il punto sullo stato di salute delle aziende in Campania e lancia proposte al governo. «Nel 2020, in piena pandemia, le aziende hanno dimostrato di tenere il passo anche se hanno ricevuto sussidi a pioggia. Questo ha consentito anche alle aziende marginali, ovvero quelle più piccole, di sopravvivere. Nello stesso anno c’è stato un deterioramento del Pil attorno al 9%, mentre nel 2021 c’è stata una ripresa economica con le banche che hanno di nuovo prestato soldi. I risultati negativi si sono visti nel 2023 perché sono spariti i sussidi e i prezzi sono aumentati. La guerra in Ucraina ha fatto decuplicare il costo dell’energia ed aumentare di circa il 40% i prezzi delle materie prime. Le aziende marginali sono
cadute per prime».
La composizione negoziata per la soluzione della crisi di impresa, ovvero la richiesta di aiuto dell’imprenditore per salvare l’azienda, inizia a dare qualche segnale positivo?
«Manca la cultura del salvataggio delle imprese. L’imprenditore del Mezzogiorno ritiene, normalmente, di non poter fallire mai. La realtà è completamente differente. L’imprenditore dovrebbe muoversi per tempo».
Parliamo di Zes, aree dotate di una legislazione fiscale incentivante. In Campania ce ne sono 37. Cosa propongono i commercialisti?
«Propongo un allargamento delle Zone economiche speciali: procedure autorizzative più snelle e franchigie fiscali. Ricordiamo che il commissario Zes ha salvato la Whirlpool. Un allargamento delle Zes permetterebbe di potenziare le aziende già inserite, ma di allocare altre aziende e start up».
Circa la delega fiscale, dai primi risultati ottenuti dopo il confronto con
il viceministro Maurizio Leo, secondo lei, si è sulla buona strada ?
«Direi di no. La delega fiscale non ha fatto altro che fornire dei principi sui quali orientare i vari decreti. Speriamo che venga finalmente meno l’imposta dell’Irap che colpisce anche le aziende in perdita. Non so se il governo ce la farà con i tempi».
L’obiettivo è ridurre le tasse?
«Gli obiettivi sono vari. Uno è quello della semplificazione del sistema. Si tenga presente che le dichiarazioni dei redditi sono composte di fascicoli che vanno dalle 300 alle 400 pagine. Negli altri Paesi va dalle quindici alle venti pagine. Poi c’è l’obiettivo della riduzione delle imposte, ma l’alleggerimento del carico fiscale è direttamente collegato al debito pubblico. Se diminuisce, caleranno anche le imposte. Il terzo obiettivo è quello della guerra all’evasione fiscale».
È l’imposta Irpef sul reddito a Napoli?
«L’aliquota della addizionale del Comune di Napoli è sicuramente una delle più alte dell’intero paese: questo rappresenta, insieme all’inflazione, un ulteriore fardello che colpisce le famiglie di Napoli e provincia».