Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Psyché tra afro, beat e funky
Richiami alle divinità etrusche, romane e alle colonie greche. E ancora psichedelia, afro beat e funky. È l’inedito melting pop al centro di Psyché, l’omonimo album d’esordio appena pubblicato del trio di musicisti napoletani composto da Marcello Giannini (Guru, Nu Genea, Slivovitz), Andrea De Fazio (Parbleu, Nu Genea, Funkin Machine) e Paolo Petrella (Nu Genea). Attivi da quasi vent’anni nella scena napoletana, in particolare la prima ondata del cosiddetto nuovo neapolitan power, i tre artisti si sono ritrovati per la prima volta insieme nel 2018 come sezione ritmica degli acclamati Nu Genea. Negli otto movimenti che formano il loro debutto discografico, gli Psyché mescolano di tutto: dal groove africano alla Fela Kuti in Cumbia Mahàre e Amma ai fraseggi tra batteria, basso, piano e chitarra, in perfetto stile Piero Umiliani, di Angizia, brano che omaggia l’antica dea dei serpenti venerata dai Marsi. Hekate, conosciuta anche come Zea, nell’antica Grecia la dea della magia, della stregoneria e dei crocevia, è invece celebrata in cinque minuti scarsi di ritmi ipnotici e accordi stralunati. Il trio Psyché si candida quindi come nuova intrigante suggestione della scena underground partenopea, grazie a un album strumentale che non sfigurerebbe come colonna sonora di una pellicola degli anni 70. Un disco che è anche un viaggio, come dimostra la ballata Kelebek, che evoca il volo di una farfalla (è il significato del titolo in lingua turca), mentre sorvola il Mediterraneo e, di lì, il mondo intero.