Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il turismo traina l’economia in Campania La crescita è del 50%
Rapporto Bankitalia: l’occupazione è aumentata del 3,1%
"Cali di fatturato si registrano nel settore agricolo e industriale, che subiscono maggiormente l’aumento delle materie prime; balzo in avanti per l’export (+29,4%)
Nonostante le incertezze
NAPOLI derivanti dagli eventi bellici in Ucraina e l’aumento dei costi dell’energia, nel 2022 è proseguita la crescita dell’economia campana (+ 3,5%) che è ritornata sui livelli del 2019, in linea con il dato nazionale (+ 3,7%). A fare da traino il turismo, i cui flussi sono aumentati del 50 per cento rispetto al 2021, e l’edilizia (+10,6%) che ha beneficiato degli incentivi statali. È aumentata anche l’occupazione (+ 3,1%), più che nel resto d’Italia, con un incremento dei rapporti di lavoro dipendente a tempo indeterminato. Al contempo sono diminuite del 10,9% le famiglie beneficiarie del Reddito di cittadinanza (-15% in Italia).
I dati sono emersi dal Rapporto 2022 sull’economia della Campania elaborato dalla sede territoriale di Napoli della Banca d’Italia. «Un Rapporto nel complesso positivo – dice la direttrice Marina Avallone -. Per il 2023 le imprese ancora ci rappresentano un fatturato in crescita, mentre invece sono più cauti per quanto riguarda gli investimenti».
Le stime sull’occupazione sono ottimiste anche per i prossimi anni, soprattutto nell’edilizia, grazie ai fondi del Pnrr destinati al settore (5,2 miliardi su 13 miliardi assegnati alla Campania). Nel 2022 le amministrazioni hanno bandito gare pari al 24 per cento dei fondi assegnati. E, nel prossimo triennio, i Comuni che gestiscono un terzo di queste risorse dovranno essere capaci di investire l’80% in più rispetto al triennio precedente. Una sfida complessa se pensiamo ai ritardi della Campania sui fondi strutturali europei.
Tornando ai dati sull’economia regionale il Rapporto evidenzia una forte crescita dell’export: + 29,4 per cento, soprattutto nel comparto alimentare, farmaceutico, automotive. Cali di fatturato si registrano invece nel settore agricolo e industriale, che subiscono maggiormente l’aumento delle materie prime (+15,7%). In calo l’inflazione, che passa dall’11% di fine 2022, al 7% a maggio 2023. Mentre i prezzi al consumo hanno subito un’impennata dell’11,6%.
Ciononostante non si è registrato una contrazione dei consumi, cresciuti del 5,6%. I dati Istat evidenziano invece che il 12 per cento delle famiglie nel 2022 era in povertà assoluta. Ben più allarmante l’analisi Eurostat, secondo cui 4 campani su 10 sono a rischio povertà. Non stupisce perciò che il credito al consumo delle famiglie sia aumentato del 5%. Diversa la situazione per le imprese, nel II trimestre 2022 è calata la domanda di finanziamenti, soprattutto per gli investimenti, da parte di Pmi e aziende manifatturiere, «un calo – rileva Bankitalia – che potrebbe continuare anche nel 2023».
A pesare l’aumento dei tassi d’interessi di circa 3 punti a dicembre. Nel 2022 è cresciuta anche la spesa corrente primaria degli enti locali della Campania (+ 7%), e quella in conto capitale (+12,7), a causa dei rincari energetici e per il personale. Mentre si sono ridotte le entrate correnti dell’1%, che risentono della dimensione delle basi imponibili: nel 2021 inferiori alla media italiana del 36% per il reddito, e del 25% per il valore catastale. In termini pro-capite le entrate tributarie sono state inferiori a quelle italiane del 19% per l’addizionale regionale Irpef, e del 30% per l’addizionale comunale Irpef e per l’Imu. «La minore autonomia finanziaria potrebbe limitare politiche volte a migliorare i servizi locali», rileva la sede territoriale di Bankitalia, dopo che già l’istituto centrale qualche giorno ha messo in guardia sulla necessità di procedere con gradualità nell’attuazione dell’autonomia differenziata.