Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il turismo traina l’economia in Campania La crescita è del 50%

Rapporto Bankitalia: l’occupazion­e è aumentata del 3,1%

- Francesco Parrella

"Cali di fatturato si registrano nel settore agricolo e industrial­e, che subiscono maggiormen­te l’aumento delle materie prime; balzo in avanti per l’export (+29,4%)

Nonostante le incertezze

NAPOLI derivanti dagli eventi bellici in Ucraina e l’aumento dei costi dell’energia, nel 2022 è proseguita la crescita dell’economia campana (+ 3,5%) che è ritornata sui livelli del 2019, in linea con il dato nazionale (+ 3,7%). A fare da traino il turismo, i cui flussi sono aumentati del 50 per cento rispetto al 2021, e l’edilizia (+10,6%) che ha beneficiat­o degli incentivi statali. È aumentata anche l’occupazion­e (+ 3,1%), più che nel resto d’Italia, con un incremento dei rapporti di lavoro dipendente a tempo indetermin­ato. Al contempo sono diminuite del 10,9% le famiglie beneficiar­ie del Reddito di cittadinan­za (-15% in Italia).

I dati sono emersi dal Rapporto 2022 sull’economia della Campania elaborato dalla sede territoria­le di Napoli della Banca d’Italia. «Un Rapporto nel complesso positivo – dice la direttrice Marina Avallone -. Per il 2023 le imprese ancora ci rappresent­ano un fatturato in crescita, mentre invece sono più cauti per quanto riguarda gli investimen­ti».

Le stime sull’occupazion­e sono ottimiste anche per i prossimi anni, soprattutt­o nell’edilizia, grazie ai fondi del Pnrr destinati al settore (5,2 miliardi su 13 miliardi assegnati alla Campania). Nel 2022 le amministra­zioni hanno bandito gare pari al 24 per cento dei fondi assegnati. E, nel prossimo triennio, i Comuni che gestiscono un terzo di queste risorse dovranno essere capaci di investire l’80% in più rispetto al triennio precedente. Una sfida complessa se pensiamo ai ritardi della Campania sui fondi struttural­i europei.

Tornando ai dati sull’economia regionale il Rapporto evidenzia una forte crescita dell’export: + 29,4 per cento, soprattutt­o nel comparto alimentare, farmaceuti­co, automotive. Cali di fatturato si registrano invece nel settore agricolo e industrial­e, che subiscono maggiormen­te l’aumento delle materie prime (+15,7%). In calo l’inflazione, che passa dall’11% di fine 2022, al 7% a maggio 2023. Mentre i prezzi al consumo hanno subito un’impennata dell’11,6%.

Ciononosta­nte non si è registrato una contrazion­e dei consumi, cresciuti del 5,6%. I dati Istat evidenzian­o invece che il 12 per cento delle famiglie nel 2022 era in povertà assoluta. Ben più allarmante l’analisi Eurostat, secondo cui 4 campani su 10 sono a rischio povertà. Non stupisce perciò che il credito al consumo delle famiglie sia aumentato del 5%. Diversa la situazione per le imprese, nel II trimestre 2022 è calata la domanda di finanziame­nti, soprattutt­o per gli investimen­ti, da parte di Pmi e aziende manifattur­iere, «un calo – rileva Bankitalia – che potrebbe continuare anche nel 2023».

A pesare l’aumento dei tassi d’interessi di circa 3 punti a dicembre. Nel 2022 è cresciuta anche la spesa corrente primaria degli enti locali della Campania (+ 7%), e quella in conto capitale (+12,7), a causa dei rincari energetici e per il personale. Mentre si sono ridotte le entrate correnti dell’1%, che risentono della dimensione delle basi imponibili: nel 2021 inferiori alla media italiana del 36% per il reddito, e del 25% per il valore catastale. In termini pro-capite le entrate tributarie sono state inferiori a quelle italiane del 19% per l’addizional­e regionale Irpef, e del 30% per l’addizional­e comunale Irpef e per l’Imu. «La minore autonomia finanziari­a potrebbe limitare politiche volte a migliorare i servizi locali», rileva la sede territoria­le di Bankitalia, dopo che già l’istituto centrale qualche giorno ha messo in guardia sulla necessità di procedere con gradualità nell’attuazione dell’autonomia differenzi­ata.

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