Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Mozzarella di bufala, la produzione cresce più degli altri formaggi dop
Nel 2022 indicatore a +3,8 per cento rispetto al 2021. Ma il margine di redditività è in calo
Tra i grandi formaggi italiani a Denominazione di origina protetta (Dop) solo la mozzarella di bufala campana (oltre al taleggio) ha fatto registrare nel 2022 la crescita delle produzione rispetto all’anno precedente. L’incremento, reso pubblico martedì nel corso dell’assemblea annuale di Assolatte, è stato del 3,8 per cento. Il dato rivela il crescente gradimento per il latticino a marchio. Il rovescio della medaglia è però rappresentato dalla diminuzione della redditività, rilavata in altri studi, determinata dalle fiammate dell’inflazione e dalla guerra in Ucraina. Questa contraddizione evidenzia i sacrifici sostenuti negli ultimi anni dai soci del Consorzio di tutela che hanno perso margini di redditività ma non hanno rinunciato a quote di mercato.
Un altro riconoscimento per gli operatori del comparto è arrivato da Monitor Distretti di Intesa sanpaolo: la mozzare dop ha fatto registrare, sempre nel 2022, il boom dell’export pari al 30,2 per cento rispetto all’anno precedente. Un vero e proprio exploit in uno scenario generale positivo caratterizzato dalla crescita del 12,8 delle esportazioni dei distretti agroalimentari italiani, sempre su base annua, con un valore di oltre 25 miliardi. «Siamo di fronte — commenta il presidente del Consorzio Domenico Raimondo — a un risultato incredibile, capace di spronarci a fare sempre meglio anche nel 2023. Siamo ancora alle prese con tante difficoltà, a partire dall’aumento dei costi di produzione non assorbiti dal mercato. Continueremo a puntare sugli elementi distintivi del nostro prodotto: qualità e legame con il territorio».
Intanto la sezione casertana di Copagri, dopo quella di Confagricoltura, esprime dissenso rispetto al vertice regionale campano dell’organizzazione sulla questione brucellosi. In una lettera indirizzata al sottosegretario alla Salute Marcello gemmato 19 delle 22 aziende associate a Copagri in
Terra di lavoro, viene espressa «chiara posizione a favore degli allevatori bufalini casertani che da oltre un anno protestano contro la regione Campania affinché si ritiri il piano regionale di eradicazione della brucellosi e tbc bufaline e abbandoni la politica degli abbattimenti dei capi per sospetta brucellosi, che ha portato in oltre 10 anni all’abbattimento di oltre 140 mila bufale, delle quali solo l’1,4 per cento risultato effettivamente ammalato dalle analisi effettuate post mortem». Questa posizione è in co trasto con quella dei vertici regionali di Cpagri che insieme a Confagricoltura, Cia e Coldiretti fa parte del tavolo verde promosso dalla regione per risolvere la questione della brucellosi.