Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La terza via di «Kingdom». E oggi omaggio a Paladino
Il Teatro festival ha aperto la sezione internazionale confermando l’idea forza di una terza via fra teatro e cinema. «Kingdom» della regista belga Anne-Cécile Vandalem, visto al Politeama, è infatti uno spettacolo che vive di una recitazione a vista molto filmica, fra alberi veri, dacie in legno e cani scodinzolanti, ma allo stesso tempo anche di riprese in tempo reale in luoghi nascosti allo spettatore, come bosco e casa.
E allora se il concetto di iperrealismo può funzionare, perché l’immagine è vista attraverso la mediazione di una ripresa video in diretta (come in America negli anni ’60 accadeva con la fotografia, medium artistico del movimento di Chuck Close e John De Andrea) ora va registrato un passo oltre: la «sovrarealtà» che mostra l’invisibile. Una dimensione molto europea, quella di Vandalem, che racconta la storia del docufilm «Braguino» di Clément Cogitore (due “ecofamiglie” scappate dalla città per giungere nella pace della foresta siberiana, che poi trasformano in luogo di conflitti), e che si allaccia ad altri colleghi come l’ungherese Kornél Mundruczó, l’inglese Matthew Lenton e il franco-canadese Robert Lepage, anche essi segnati da un forte dna multimediale. Una tendenza rigeneratrice, che in Italia trova meno spazio, se si eccettuano i casi di Societas Raffaello Sanzio, Anagoor e Fanny & Alexander, in cui però i diversi media hanno più funzione poetica che narrativa.
Intanto stasera la rassegna diretta da Ruggero Cappuccio prosegue al Nuovo, alle 20, con la sezione “SportOpera” che ospita «Don Decaedro», videointervista di e con Antonio Marfella, con la partecipazione di Nello Mascia. Alla stessa ora al Trianon, teatro-danza con «Quick Response», coreografia di Swaantje Gieskes e Valeria Apicella. Infine alle 21.30, alla Floridiana, per «Il sogno reale», Galatea Ranzi legge «Urania» di Linda Dalisi. A Villa Campolieto, invece, alle 17 si inaugura la mostra «Il Cinema di Mimmo Paladino» nelle fotografie di Pasquale Palmieri, a cura di Maria Savarese. L’esposizione allestita nella prestigiosa costruzione vanvitelliana di Ercolano, dove resterà aperta fino al 17 settembre, raccoglie 45 fotografie di scena di grande formato a colori, a cui si affiancano altrettante in bianco e nero di più piccole dimensioni dei vari backstage. Un repertorio che disegna un percorso nitido del lavoro registico del grande artista sannita, da «Quijote» del 2006 fino al più recente «La Divina Cometa», uscito sui grandi schermi in questa primavera, passando per i corti «Labyrintus» del 2013 e «Ho perso il cunto» del 2017.