Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Dopo oltre un anno da recuperare ancora centinaia di salme»
erano iniziate nell’ottobre del 2022, dopo che il cimitero era stato dissequestrato dalla magistratura. I vigili del fuoco hanno dovuto però confrontarsi con una situazione tecnica complessa che ha rallentato il cronoprogramma. Se, infatti, il Comune assicurava di riuscire a chiudere le operazioni in un paio di mesi, dopo oltre un anno molte salme sono ancora per terra. Gli oltre 4 mila resti recuperati sono stati posizionati in una tensostruttura all’interno del monumentale che oggi però è quasi satura. «Lo situazione non è degna dice Caccavale -, le casse di legno, scheggiate o addirittura rotte, sono ammassate sugli scaffali con il nome scritto a penna. È un brutto spettacolo. Vorremmo almeno sistemare o coprire quelle aperte. Esistono ancora altri 400 loculi riconoscibili da recuperare e in più ci ci sono il primo lil secondo piano della Dottori ancora sotto terra che sono sprofondanti nel vuoti il 5 gennaio del 2022 e lì si deve ancora iniziate a scavare». La soluzione arriva dalla curia che ha assicurato ai familiari la possibilità di donare alcuni spazi nelle congreghe del cimitero di sua proprietà per dare una sepoltura a questi resti. «La curia assicura Caccavale - si è schierata dalla nostra parte; l’arcivescovo don Mimmo Battaglia si è messo a nostra disposizione con l’idea delle congreghe che però il comune dovrebbe riqualificare». Per ora c’è da superare la complessa fase del riconoscimento.
«Per noi i riconoscimenti sono cruciali - racconta Caccavale - ma ancora non se parla affatto, eppure si potrebbe iniziare almeno a far fare i risconoscimenti visivi per i corpi che sono in buono stato di conservazione. Noi continueremo a combattere anche per le salme non reclamate, perché sono tanti i loculi dei secoli scorsi andati distrutti, nessuno le abbandonerà, anche loro hanno diritto ad avere una degna sepoltura e il nostro comitato non le lascerà sole. Oggi - conclude Pina Caccavale con forza - siamo contenti di essere stati ascoltati e di essere considerati, però noi siamo un fiume sotterraneo, proprio come il Sebeto che scorre sotto il cimitero di Poggiorelae siamo pronti a sfondare qualsiasi muro con cui dovessero provare a bloccare le nostre speranze».