Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Officina dei Teatranti», una vera opportunità Saranno realizzati laboratori dedicati alle arti sceniche in diversi penitenziari
Il teatro cone opportunità di crescita culturale e di valorizzazione di sé per chi sta scontando una pena in carcere. È il senso del progetto «Officina dei Teatranti», che è partito già da qualche tempo e che è ora stato ufficialmente presentato in Regione. Sostenuto dall’assessorato alle Politiche Sociali, Giovanili e dell’Istruzione di Palazzo Santa Lucia, il progetto è stato ideato dall’associazione Polluce, in collaborazione con altre realtà attive nell’ambito del sociale.
Prevede che siano realizzati laboratori dedicati al teatro e alle arti sceniche in diversi penitenziari. Quelli che per ora hanno aderito e sono stati coinvolti sono: Arenzo, Pozzuoli, Sant’Angelo dei Lombardi. I laboratori confluiranno poi in spettacoli teatrali. L’iniziativa riprende e valorizza un percorso che è stato già avviato alcuni anni fa dall’associazione Polluce.
«Abbiamo coinvolto dal 2019 – racconta il presidente di quest’ultima, Gaetano Battista – più di 500 detenuti. Nel progetto Officina dei Teatranti parteciperanno ai laboratori ed agli spettacoli 20 detenuti e 20 detenute, tutti inseriti in un percorso di formazione ed inclusione attraverso i mestieri del teatro».
Da alcuni anni, ormai, non solo in Campania nascono iniziative finalizzate a promuovere il teatro nei penitenziari, per valorizzare il tempo che i reclusi trascorrono nell’espiazione della pena e nella speranza che la partecipazione ai laboratori ed alle rappresentazioni teatrali diventi opportunità di riflessione e di riscatto. I risultati, secondo i dati che Battista ha fornito, sono molto incoraggianti: «Più del 60 per cento dei detenuti che sono stati coinvolti nell’esperienza del teatro non è rientrato in carcere, dopo avere scontato la pena. Molti ci seguono da liberi, per continuare il progetto e per formare altri detenuti».
Ad Arienzo è nato un festival sul teatro in carcere che ha attratto un pubblico di 2000 persone. Si chiama Dialoghi di Libertà e lo scorso anno si è svolto a dicembre. Celebre è poi in Italia la storia della Compagnia della Fortezza, che partì come progetto di Laboratorio Teatrale nella Casa di Reclusione di Volterra nell’agosto del 1988, a cura di Carte Blanche e con la direzione di Armando Punzo.
«C’è bisogno che questi modelli – riflette l’assessore regionale Fortini – siano seguiti anche da altri istituti penitenziari. Arte e spettacolo possono abbattere le pareti e contribuire a rimuovere lo stigma sociale che accompagna chi è stato in carcere».
Iniziativa Il percorso è già stato avviato già alcuni anni fa dalla associazione Polluce