Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tribune piene per la festa del tennis sul lungomare
Villari: «Grande folla anche per l’allenamento di Fognini. Replicheremo il torneo per 3 anni»
La Napoli del tennis si è ritrovata tutta al circolo di Viale Dhorn per la seconda giornata dedicata alle qualificazioni dell’Atp Challenger 125. Tribune piene, nonostante il giorno feriale ed incontri di livello dove però non sono ancora scesi in campo i big della racchetta mondiale. Il torneo non ha perso il suo fascino ed anzi, con le imprese dei tennisti italiani, è aumentato a dismisura e il pubblico napoletano ha deciso di affollare il centrale Davalos, e non solo, per assistere alle gare dei tennisti italiani.
La Napoli Tennis Cup, seppur un Challenger 125, che apre la stagione della terra rossa, non ha tradito le attese dei numerosi appassionati che sono sempre in crescita nella nostra regione. Soddisfatto il presidente del circolo Tennis Napoli Riccardo Villari: «Vedere tanta gente che ha assistito al solo allenamento di Fabio Fognini mi riempie di gioia e mi spinge ad andare avanti con grande passione. In questa città abbiamo la necessità di fidelizzare il nostro pubblico con grande eventi e questo lo è senza ombra di dubbio. Alla fine la risposta sarà sempre questa: che la gente amerà sempre di più frequentare gli eventi».
E lo spettacolo non manca nemmeno in campo dove oggi sono attesi i protagonisti principali. «Il tennis si è ormai livellato e quindi un torneo avrà sempre un grande spettacolo. Se Nardi al 100esimo posto del ranking mondiale batte il numero uno Djokovic e lo puoi invitare al torneo di Napoli, la manifestazione cresce di interesse e le persone anche quelma le non competenti si avvicinano anche solo per mera curiosità». Il successo di pubblico è la testimonianza che il torneo non perde il suo appeal: «Senza falsa modestia offriamo uno spettacolo di livello. Altre città che hanno avuto le stesse opportunità come le nostre non hanno riscontrato una grande affluenza. Ora, anche nel tennis, in un calendario fitto come quello dell’Atp, ci sono i fondi arabi che vogliono organizzare tornei. E lì non si può competere quando in ballo ci sono tantissimi soldi. Noi, però, possiamo offrire tradizione, qualità e competenza. Negli Anni 60-70 a Napoli venivano i più forti giocatori del mondo oggi stiamo provando a riportarli. Alcuni hanno deciso diversamente