Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Monsieur Sorrentino Un uomo da Croisette
ispirate. Nel 2004 fu la volta del palpitante «Le conseguenze dell’amore» con Toni Servillo. Fu poi la volta de «Il divo», interpretato ancora dal suo attore feticcio, pellicola che si aggiudicò il Premio della Giuria. Sorrentino, è poi, ritornato a Cannes per presentare i suoi film più premiati e noti al largo pubblico: «La grande bellezza», che nella magica notte degli Oscar, si aggiudicò la prestigiosa statuetta come miglior film straniero, e il recente «È stata la mano di Dio», candidato per la cinquina finale degli Oscar. In verità, bisogna anche ricordare che l’allievo di Antonio Capuano, ha presentato a Cannes anche i suoi film meno riusciti.
Nel 2011 fu la volta di «This must be the place», suo primo film inglese, interpretato da Sean Penn, che non sbarcò mai nei cinema Usa, e quattro anni dopo il melanconico e oscuro «Youth –La giovinezza», interpretato da un magico Michael Caine. Non resta che augurare un bel bocca in lupo ad un regista
Eche, cresciuto all’ombra del Vesuvio, tiene alto il prestigio del cinema nazionale. Tra l’altro, altra nota di merito, Sorrentino ha scelto, di girare in città dopo «L’uomo in più», convincente film d’esordio, il tentennante «L’amico di famiglia», e il pluripremiato «È stata la mano di Dio», titolo che omaggia inequivocabilmente le gesta di Diego Armando Maradona, il più grande calciatore di tutti i tempi.
«Alfonsina», storia della prima ciclista in corsa al prestigioso Giro d’Italia
ra il 1924, quando una donna emiliana, sfidando ogni logica corrente, decise di partecipare al giro d’Italia. E dopo infinite polemiche, Emilio Colombo e Armando Cougnet responsabili per la «Gazzetta dello Sport» della prestigiosa corsa, acconsentirono, più per creare «battage» attorno all’evento che per sincera dedizione alla causa dell’emancipazione femminile. È questa la storia di «Alfonsina - Non puoi fermare il vento con le mani», lo spettacolo in scena da stasera alle 21 a domenica alle 18 al Civico 14 di Caserta.
Il testo scritto da Marilena Lucente e diretto da Roberto Solofria è affidato ad Anna Bocchino (foto Alice Bruno), attrice classe ’91, uscita con la gemella Clara dalla Scuola dello Stabile di Napoli. A lei tocca dar vita al personaggio di Alfonsina Strada, la «suffragette a pedali» come fu definita, che per aggirare le norme di una competizione maschile fu ribattezza per l’occasione Alfonsin. Non riuscì a vincere, ma fu in grado di completare l’estenuante corsa a tappe, oltre tremila chilometri comunque in soli dodici giorni.