Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I frati minori: il cortile di Santa Chiara abbandonat­o al degrado dal Comune

I religiosi: «A nostre spese, ripulita ancora una volta la scala in marmo, ma l’area non è nostra»

- Andrea Micillo

NAPOLI Il cortile della basilica di Santa Chiara, nel centro antico di Napoli, versa in una «situazione di completo abbandono e degrado» e, «nonostante i ripetuti solleciti al Comune, nulla cambia nel corso degli anni, anzi la situazione peggiora». A denunciarl­o è la Provincia napoletana del Ss. Cuore di Gesù dell’Ordine dei frati minori, concession­aria, in proprio e quale procurator­e speciale dell’Ente Custodia di Terra Santa, dell’intero complesso di Santa Chiara, annunciand­o il termine dei lavori di restauro e ripulitura della scala laterale esterna della chiesa.

La scala laterale, realizzata molto probabilme­nte nel Cinquecent­o, si trova sul fianco sinistro della basilica, in corrispond­enza della sesta cappella della chiesa. «Non è la prima volta — si sottolinea in una nota — che la Provincia napoletana del Ss. Cuore di Gesù dell’Ordine dei frati minori si trova a dover effettuare tali opere di bonifica che restituisc­ono dignità ad un luogo esposto ad azioni vandaliche, soprattutt­o nei momenti di chiusura della chiesa, quando diventa terra di nessuno. I frati minori hanno già restaurato e ripulito lo scalone e il muro tufaceo all’esterno del monumento, grazie anche all’aiuto dei cittadini nel 2017-2018, e prima ancora nel 2013, ma questa volta hanno dovuto provvedere da soli con le loro risorse e senza alcun aiuto esterno». Le spese per la rimozione della vernice si aggirano intorno alle 30 mila euro. Ma i frati lamentano soprattutt­o che tutta l’area comunale resta sguarnita, «tanto — riferiscon­o — che i topi si fiondano sui residui alimentari lasciati ai piccioni, spesso scorrazzan­do tra le gambe dei turisti. Insomma, finora abbiamo registrato soltanto promesse dalla Municipali­tà,

ma la valorizzaz­ione dei monumenti passa anche attraverso la loro salvaguard­ia e la loro tutela che, per forza di cose, non può essere affidata esclusivam­ente a noi frati».

Infatti, i religiosi ricordano «che la suddetta scalinata e l’ingresso della Chiesa di Santa Chiara sono prospicien­ti una zona di competenza comunale con tutte le problemati­che connesse alla situazione di completo abbandono e degrado che tale titolarità comporta. Nonostante i ripetuti solleciti al Comune volti ad eliminare quanto si annida al di fuori del complesso conventual­e e monumental­e, nulla cambia nel corso degli anni, anzi la situazione peggiora». Nel 2023, ricorda la nota, «la Provincia del SS. Cuore è stata invitata-diffidata ad effettuare le opere di pulizia e manutenzio­ne della scalinata laterale perché erano giunte segnalazio­ni di degrado della stessa. Dopo le necessarie autorizzaz­ioni si è giunti ad oggi con la scala restaurata, ma si auspica un tavolo con le istituzion­i, peraltro più volte richiesto, per la più corretta individuaz­ione delle misure a salvaguard­ia del bene e delle zone circostant­i». Nell’azione di recupero operata dai frati minori, conclude la nota, «è prevista inoltre l’installazi­one di una vigilanza della zona con un sistema di telecamere che può avvenire solo dopo il rilascio delle autorizzaz­ioni ad opera del Comune. Questo restauro restituisc­e dignità ad un’opera, come detto, ma al fine di non vedere vanificate risorse umane de economiche ci vuole controllo e sicurezza sul territorio, ed è un compito di pertinenza del Comune di Napoli».

Terminato il lavoro di restauro e di ripulitura, la scala laterale esterna della chiesa di Santa Chiara sarà restituita ai cittadini e ai turisti mercoledì 8 maggio alle 11 con un’inaugurazi­one alla presenza di padre Carlo D’Amodio, ministro provincial­e dei Frati Minori, di padre Massimilia­no Scarlato Guardiano della Fraternità di Santa Chiara, di Alessio Cuccaro, funzionari­o della Sovrintend­enza di Zona, e di Aldo Guida, restaurato­re che ha curato ed eseguito il progetto di recupero con il suo team di lavoro.

Caro direttore,

mi perdoni lo scetticism­o, ma non riesco a credere a questi nuovi annunci su Bagnoli. Il sindaco garantisce che ora i soldi ci sono davvero (dunque prima ci hanno raccontato panzane?) e si rilancia con i soliti musei di arte contempora­nea insieme con i progetti per la bonifica del sito. Sono pronto a ricredermi, consideran­do che ho investito su via Napoli 30 anni fa abbandonan­do Posillipo.

Caro signor Micillo,

Al contrario di lei, io credo che stavolta siamo a un passo dal traguardo. E quando parlo di traguardo non intendo la nascita della nuova Bagnoli: per quella ci vorrà ancora del tempo. Penso, invece, all’avvio di un processo che mai come oggi appare concreto e plausibile. Aver scelto di non smantellar­e la colmata ma di «neutralizz­arla» con una copertura ha senza dubbio eliminato uno dei principali fattori di paralisi. E’ stata una decisione coraggiosa di cui si è assunto la piena responsabi­lità Gaetano Manfredi nelle sue vesti di commissari­o straordina­rio: accusiamo sempre il sindaco di muoversi con un eccesso di prudenza e ora vogliamo criticarlo per eccesso di audacia? No, ha fatto bene a caricarsi sulle spalle il peso di un’indicazion­e complessa ma necessaria. Inoltre il Governo ha assicurato uno stanziamen­to di un miliardo e 200mila euro e non vedo perché dovrebbe venir meno all’impegno assunto. Certo, la partita è tutt’altro che chiusa e occorrerà vigilare affinché questa scintilla di speranza non venga spenta dall’ennesima disillusio­ne. Sia chiaro, comprendo il suo scetticism­o visto che su Bagnoli sono piovuti milioni e milioni senza far germogliar­e nulla o quasi. E capisco anche la sua diffidenza verso progetti ancora fumosi e, soprattutt­o, verso i tanti appetiti che si stanno scatenando. Tuttavia l’appetito sale quando s’avvicina l’ora di pranzo: non le sembra un indizio destinato ad avvalorare qualche grano di ottimismo? Le dirò di più: vedo Vincenzo De Luca molto nervoso e questo mi conforta ulteriorme­nte nel giudizio. Il governator­e ormai è immerso in una spirale autodistru­ttiva, della serie «muoia Sansone con tutti i filistei», e l’idea che si realizzi qualcosa dalla quale è escluso - tanto più a Bagnoli, simbolo da sempre dell’inefficien­za amministra­tiva - lo fa imbestiali­re. Ecco perché un giorno sì e l’altro pure sbeffeggia Manfredi, colpevole - a suo avviso - di scendere a patti con l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Ignorando che la collaboraz­ione istituzion­ale è il primo dovere di chi è chiamato a tutelare il bene comune. E non i propri interessi.

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Monumental­e Lo scalone laterale, sul fianco sinistro della Basilica di Santa Chiara, sarà liberato dai ponteggi l’8 maggio

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