Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Quanti candidati con l’alias
Pare infatti che i politici contemporanei di casa nostra, presi da foia emulativa della presidente del Consiglio – che con il coup de théâtre dello «Scrivete Giorgia» non si è limitata ad epigonalizzare il Berlusca del «Meno male che Silvio c’è» (la più orrenda canzonetta di tutti i tempi) ma ha compiuto un salto di qualità nel populismo onomastico, elidendo il cognome in favore del prenome, o meglio implicando il secondo nel primo, – si siano tuffati a cufaniello nella moda del One Name Only.
Proprio ieri, l’edizione nazionale di questo giornale riferiva che sarebbero almeno una cinquantina i candidati con l’alias. Non che sia proprio una novità: tanto per ricordarne un paio, Pannella si chiamava Giacinto
(infatti sulle liste elettorali la sua casella recava la scritta: «Giacinto Pannella detto Marco»); Moro si chiamava Aldo Romeo Luigi, Craxi si chiamava Benedetto e così via.
La tendenza attuale pare sempre più spinta verso un allineamento con la prassi soprannominale della musica leggera. Il candidato moderno butta via i formalismi della prima e della seconda repubblica (a quante repubbliche saremo arrivati? Màh) e aspira al nome unico. Vuole essere l’equivalente politico di Mahmood o di Levante, di Jovanotti o di Don Backy. Spera che, facendo di sé una sigla, attirerà l’elettore, azzerando la distanza istituzionale fin dalla prima stretta virtuale di mano, offrendogli la sua confidenza e presumendo che l’offerta risulti gradita, in ossequio al luogo comune (di grande popolarità in questi anni) secondo cui il buon politico è «uno come noi». Che poi sarebbe come dire: quel cantante canta come me (cioè male: tutt’al più stonicchia un ritornello sotto la doccia di cui sbaglia anche le parole), però fa il cantante di professione e va in torurnée, quindi un giorno potrò farlo anch’io.
Ma il punto è che una volta i cantanti stonati andavano alla Corrida, facevano il pieno di pernacchie e tornavano a casa rinsaviti dal bagno di realtà. Oggi usano l’auto-tune, cantano brani musicalmente aberranti e infinocchiano il pubblico che ignora il trucco e cade nell’inganno.
A sabato prossimo.
"La moda Sembra che i politici contemporanei di casa nostra, presi da foia emulativa della presidente del Consiglio, si siano tuffati a cufaniello nella moda del One Name Only