Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Capo Plaza
Il ventiseienne artista salernitano da oltre un miliardo di streaming parla del suo disco «Ferite» E del suo approdo sul videogame più famoso al mondo: per me è il coronamento di un sogno
«Non lo capisci il mio stato, ‘sti soldi ci hanno cambiato. Comprano tutto, ma non le emozioni». Le parole di «Acqua passata», primo singolo estratto dal nuovo album appena pubblicato di Capo Plaza, «Ferite», definiscono la nuova anima del rapper salernitano. Il musicista da 61 dischi di platino, 30 d’oro e oltre un miliardo di streaming torna sulle scene con un album introspettivo di ben diciotto canzoni e pieno di duetti illustri come, tra gli altri, quelli con Annalisa, Mahmood, Lazza e la nuova regina delle classifiche italiane Anna.
Dopo Travis Scott, The Weeknd, Ariana Grande, Eminem e diversi altri big del panorama musicale internazionale, Capo Plaza è anche il primo artista italiano a far parte del multiverso interattivo di Fortnite, il videogioco online più amato al mondo. Gli oltre 400 milioni di giocatori potranno infatti accedere all’isola creativa interamente dedicata alle canzoni di «Ferite». Chi si avventurerà nel nuovo spazio di Fortnite assisterà ad un concerto virtuale di Plaza sullo sfondo di uno scenario digitale a tema. Un approdo avveniristico nel mondo dei videogame che il ventiseienne Luca D’Orso - così il musicista all’anagrafe saluta come il «coronamento di un sogno».
Cosa si prova a essere il primo artista italiano ad approdare su Fortnite?
«È un’emozione indescrivibile, amplificata in quanto appassionato di videogame e in particolare di Fortnite fin da quando ero solo un ragazzino. Non capita tutti i giorni di ritrovarsi dentro un videogame così importante e soprattutto di potersi “esibire” davanti a centinaia di milioni di persone che giocando potranno ascoltare anche le tue canzoni. È il coronamento di un sogno».
In «Ferite» lei canta «Non
dovrebbe mai imbattersi. Ci si ritrova dunque costretti a dover correre molto di più. E questo non è affatto un bene».
Detto da un rapper da milioni di follower suona come un monito per i più giovani, non crede?
«Non mi piace molto apparire, quindi non amo i social, perlomeno li uso solo per i miei scopi artistici. La vita privata la tengo per me. Usare troppo i social per gli artisti più giovani può essere controproducente. Si corre il rischio di estremizzare il personaggio creato nelle storie. Lo sconsiglio ma ognuno ovviamente fa quello che vuole».
Annalisa, Mahmood, Lazza, Anna: nel suo nuovo album non si è fatto mancare nessuno.
«Con Anna è stato tutto molto naturale perché siamo entrambi fan dell’underground rap americano. Da Annalisa e Mahmood ho invece imparato tanto. Entrambi hanno scommesso su di me e spero di averli artisticamente ripagati».
Lei è tra i pochissimi rapper campani e non rappare in dialetto napoletano. Perché?
«Amo il rap partenopeo e passo le mie giornate anche ascoltando album di pionieri come i Co’Sang. Loro mi hanno formato così come Marracash. Questo per dire che ho semplicemente trovato sempre naturale esprimermi in italiano».
"Un’emozione indescrivibile amplificata in quanto appassionato fin da quando ero solo un ragazzino Non capita tutti i giorni di ritrovarsi dentro un gioco così importante e di potersi soprattutto esibire davanti a centinaia di milioni di persone che usandolo potranno ascoltare pure le tue canzoni
Torna spesso a Salerno?
«Ci torno spessissimo e molto volentieri rispetto a qualche anno fa. Con Salerno ora c’è un bellissimo rapporto. Prima era più amore e odio. Salerno è la mia città e mi ha dato tantissimo. Senza Salerno non avrei mai raggiunto il successo. Lei mi ha fatto crescere mentre Milano, dove oggi vivo, mi ha aiutato a diventare uomo».