Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Vi racconto l’ultimo Natale di Benedetto Croce Il lato umano del filosofo» Docufilm con Paolo Spezzaferri. Riprese a Palazzo Filomarino
«Era un uomo che aveva vissuto grandi dolori, a partire dal dramma della sua giovinezza, quando perse la famiglia nel terremoto di Casamicciola. Ha avuto una storia d’amore ventennale con una donna che è morta e che non è riuscito a sposare. Poi ha incontrato e sposato Adele Rossi».
In cosa lo ha avvertito più vicino?
«Soprattutto sul piano spirituale. Era un laico, ma aveva le sue contraddizioni: si è sposato in Chiesa, ha fatto battezzare i figli. È anche la persona che ci ha spiegato meglio il cristianesimo e perché “non possiamo non dirci cristiani”. Era vicino al messaggio evangelico».
E sul piano politico? Il film parla del Croce antifascista, dei suoi rapporti con la politica?
«È evidente che fa parte della vicenda umana anche la lacerazione con Gentile, ricostruita documentaristicamente attraverso la testimonianza dei familiari. Arrivò un momento in cui il panorama politico in Italia si chiarì definitivamente, dopo le leggi razziali, dopo il delitto Matteotti. Croce ha risposto al fascismo con il suo manifesto, ha raccolto intellettuali intorno a sé. Sappiamo d’altro canto che fu condannato da Togliatti, da Concetto Marchesi, ma è inaccettabile che sia ancora visto come personaggio divisivo».
Nel docufilm c’è anche Napoli sullo sfondo?
«È un film d’interni, ma la napoletanità è un elemento fondante della fisionomia di Croce e io l’affronto con molto rispetto e timore, da non napoletano, sebbene abbia moglie salernitana e suocera partenopea. Tra l’altro la città l’ho scoperta ora, da giovane ci venivo da