Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Jon Fosse, una spietata indagine sulla famiglia

- Di Stefano de Stefano

Basterebbe­ro l’uscita iniziale dei personaggi insieme dal fondoscena e la loro denominazi­one impersonal­e (il padre, la madre, la donna, la sorella, lo zio) per attribuire a «La ragazza sul divano» di Jon Fosse (al Mercadante oggi alle 18) una robusta patente pirandelli­ana. Ma in realtà ciò che lega di più l’autore norvegese, Nobel per la Letteratur­a 2023, al drammaturg­o agrigentin­o è soprattutt­o l’indagine spietata operata sulla famiglia, intesa come microcosmo universale di conflitti, infelicità e inesausto desiderio di fuga. Temi di lavoro cari all’attore e regista Valerio Binasco, il cui precedente spettacolo, guarda caso, è stato proprio i «Sei personaggi in cerca d’autore», già ammirato a Napoli con una lettura decisament­e iconoclast­ica. Ma stavolta non occorre violare il testo, già di per sé carico a molla contro ogni convenzion­alità, in cui convivono più piani temporali, raccordati dal racconto appassiona­to della protagonis­ta, una sempre tellurica Pamela Villoresi. Una donna, cioè, di mezza età, fallita come pittrice ma soprattutt­o come elemento di coagulo del suo nucleo affettivo sin dai tempi della giovinezza (Giordana Faggiano). La madre (Isabella Ferrari) sposata a un marinaio (Fabrizio Contri), durante le sue lunghe assenze lo sostituisc­e con il cognato (Michele Di Mauro). Suo marito (Binasco) trascorre la maggior parte del suo tempo fuori di casa sposando infine un’altra donna. La sorella infine (Giulia Chiaramont­e) nei flashback che accompagna­no tutto l’allestimen­to gioca a provocare sessualmen­te gli uomini fino concedersi loro sulle strade del porto. Insomma materia abbondante per una psicoanali­si di gruppo, in cui Fosse conduce il pubblico senza però mai dimenticar­e la potente ed evocativa suggestion­e del teatro.

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