Corriere del Mezzogiorno (Campania)
FORNELLI 2.0 Coco Loco, ok pure il Bistrot L’offerta ricalca quella dell’altro locale. Eccellenti sogliola alla griglia e zuppa di cozze
Il Coco Loco in via Santa Maria a Cappella Vecchia è ormai una riconosciuta istituzione gastronomica partenopea. L’altissima attenzione nella ricerca delle materie prime, le elaborazioni essenziali ma mai banali, l’offerta di vini, italiani e francesi, fuori dal comune, hanno imposto il locale di Diego Nuzzo al vertice della ristorazione cittadina di qualità. Ora, a pochi passi di distanza, in via Calabritto ha aperto l’omonimo bistrot che, dopo qualche giorno di rodaggio, abbiamo visitato. Il nuovo locale è molto bello: giusto, non eccessivo, l’impiego del legno, curata la cuscineria, e, ancora, le piante, gli specchi, i lumi, e, soprattutto, il prezioso lucernaio che nelle belle giornate contribuisce a creare un effetto giardino che non fa rimpiangere la mancanza di una proiezione esterna. Una seconda sala è al piano di sotto. L’offerta, pur semplificata, ricalca sostanzialmente quella del Coco Loco maior, tanto da far pensare più a una sede distaccata che a un bistrot in senso stretto. La tensione verso la qualità dei prodotti utilizzati in cucina è sempre alta, così come l’attenzione per le preparazioni. La carta dei vini include, a occhio, 150-200 etichette selezionate con competenza, con ricarichi accettabili considerata l’esclusività del luogo. Il servizio, almeno durante la nostra visita, è affidato a personale giovane e volenteroso. Dando per scontata la qualità dei crudi di pesce e del coquillages, partiamo con la fritturina dello chef che muta a seconda della disponibilità: ci sono solo calamari e calamaretti, dolci e callosetti al punto giusto, fritti con attenzione e accompagnati da fiammiferi di zucchine. La scelta dei primi non è molto ampia: scegliamo allora le linguine con frutti di mare (nel caso specifico tartufi e lupini sgusciati) con basilico e Parmigiano, un classico sempre apprezzato. Davvero eccellente la sogliola diliscata alla griglia con scarolina riccia (nella foto) di accompagnamento: non saprei esprimermi sulla provenienza del pesce (locale o forestiera), ma cosa importa? La carne è spessa, compatta, cotta a puntino, saporita. La zuppa di cozze non è quella del Giovedì Santo. Molto essenziale, rappresenta comunque una scelta per nulla scontata: i molluschi bivalve sono turgidi e saporiti, il valore aggiunto è rappresentato dall’intingolo di pomodorini gialli e rossi, peperoncini verdi e dalla sapiente spolverata di Conciato romano. Per nulla grassa e dolce la crema di caffé con le lingue di gatto. In attesa del conto apprezziamo i baci di dama e le gocce di cioccolato fondente servite come arrivederci.