Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Analisi di una brutta stagione Garcia alla fine è stato il migliore

Punti e posizione in classifica. Spunta Sarri, riparla del suo Napoli

- Di Donato Martucci Ciro Troise Carmelo Prestisimo­ne

Il Napoli è appeso ad un filo di speranza per l’Europa. Un filo sottilissi­mo, in attesa di riannodare la matassa e trovare finalmente il nuovo condottier­o. Perché le scelte finora si sono rivelate tutte sbagliate, o quasi. Rudi Garcia, il tecnico scelto per il dopo Spalletti viene addirittur­a rimpianto dai tifosi e forse anche da De Laurentiis. E viene rivalutato anche Mazzarri, che nonostante i mille problemi di formazione nella sua gestione, compresa l’assenza di Osimhen e Anguissa per la Coppa D’Africa, ha ottenuto risultati pur trovando già un ambiente e uno spogliatoi­o lacerato e confuso. Se si analizza il ruolino di marcia degli allenatori e i freddi numeri la peggiore gestione è quella di Francesco Calzona, l’ultima scelta per raddrizzar­e la barca che però non ha mai ritrovato la rotta giusta. Il tecnico francese, vanta lo score migliore. In dodici partite giocate ha raccolto 21 punti, frutto di sei vittorie, tre pareggi e tre sconfitte: 24 reti realizzate e 13 subiti con quattro clean-sheet. Non è mai scoccata la scintilla con l’ambiente che non lo ha accolto benissimo, ma ha lasciato la squadra al quarto posto.

Per lo stesso numero di gare il grande ex Mazzarri, l’uomo che è stato accolto come il possibile grande salvatore del Napoli, ha messo in cascina 15 punti: quattro vittorie, tre pareggi e cinque sconfitte. Il suo gioco non ha portato a realizzare tantissime reti: solo nove e ben 15 subiti, ma è riuscito a tenere inviolata la porta in due occasioni e ha lasciato il Napoli a meno sei punti dal quarto posto. Il tecnico toscano, fuori da parecchio dal grande giro, ha fatto una scelta di cuore ma si è trovato di fronte una montagna da scalare e alla fine ha pagato la mancanza di continuità e comunque non ha mai avuto la formazione titolare a disposizio­ne. Il peggiore score è quello di Francesco Calzona, il vice di Sarri e l’assistente di

Spalletti, chiamato da De Laurentiis per cercare di dare un’ulteriore scossa alla squadra. La garanzia era il modulo: 4-3-3 ma alla fine anche lui ha dovuto arrendersi alla realtà dei fatti, con una squadra che ha smesso di seguirlo dopo un avvio che prometteva una pronta risalita. Il suo bottino in tredici partite è di soli 15 punti: tre vittorie, sette pareggi e tre sconfitte. Ventidue i gol realizzati e venti subiti. Il dato più allarmante è che il Napoli, sotto la sua gestione, ha sempre incassato reti, palesando tanti problemi nella fase difensiva. Gli azzurri si sono ritrovati dicasa almeno l’accesso alla Conference League. Un obiettivo concreto per il fascino di una coppa europea da favoriti, il ranking, le risorse e la gioia di non spezzare la longevità internazio­nale che persiste da 14 anni come nessun altro club italiano. Gli azzurri devono battere il Lecce, sperare che il Torino non vinca in trasferta contro l’Atalanta, la Fiorentina s’aggiudichi la Conference League battendo nella finale di Atene contro l’Olympiakos a meno che la Viola non porti a casa punti sia da Cagliari che dal recupero di Bergamo, aprendo per il Napoli un’autostrada per l’ottavo posto.

La Uefa ha chiarito che se la Fiorentina vincerà la Conference League anche il nono posto sarà utile. Domenica vuole esserci anche Osimhen che ieri ha svolto lavoro personaliz­zato solo in palestra. Sarà anche per lui “The Last Dance”, dopo 132 presenze con 76 gol realizzati, tante soddisfazi­oni e la speranza di chiudere il sipario tenendo almeno il Napoli in Europa anche se la meno lussuosa. stanti ben quindici punti dal quarto posto utile per la Champions, ora anche allargata alla sesta in classifica dopo i risultati brillanti delle italiane. Un vero smacco rinunciare anche al Mondiale per Club e al momento fuori da ogni tipo di competizio­ne europea dopo quattordic­i anni di fila.

Nella prossima stagione ci saranno diversi allenatori in cerca di una panchina. Tra questi anche Maurizio Sarri, da molti rimpianto anche a Napoli, che è tornato a parlare dopo l’esonero con la Lazio alla presentazi­one della 22esima edizione del Memorial “Niccolò Galli”, «Ritorno in panchina ? Non voglio per forza la Champions, basta che il progetti mi intrighi». Poi sul Napoli: «Dispiace per la situazione attuale, ero felicissim­o per lo scudetto anche se un po’ incazzato perché non è successo durante il mio ciclo. Ma quando vedo le squadre del mio cuore che fanno bene sono contento».

Ventitrè giorni di stop e stasera di nuovo in campo. C’è anche e soprattutt­o l’Avellino di Michele Pazienza e di un manager collaudato come Giorgio Perinetti in questi quarti dei playoff che valgono la promozione in B. I lupi, piazzatisi secondi nella stagione regolare, sfidano il Catania al Massimino (ore 20,30, diretta tv Now e Raisport). Gara di ritorno fissata per sabato al Partenio. Gli irpini hanno preparato la sfida contro i siciliani di Zeoli nella quiete del ritiro di Sturno. L’orientamen­to va verso il 3-5-2 con un paio di ballottagg­i ancora da sciogliere: Cionek o Rigione in difesa e Sgarbi o Gori da affiancare al bomber da 20 gol Patierno. «È stata tanta l’attesa che ci ha tolto qualcosa ma d’altra parte ci ha permesso di recuperare energie e di far rientrare anche i giocatori infortunat­i - ha spiegato Pazienza -. Non un vantaggio da poco; resto dell’idea che la partita ufficiale è l’allenament­o migliore». Il Catania oggi diretto da Zeoli, il terzo tecnico che si avvicendat­o sulla panchina degli etnei, è la squadra che ha vinto la Coppa Italia ed è rientrato nei playoff proprio attraverso questo canale privilegia­to dopo aver conquistat­o una salvezza a fatica: «Sicurament­e non commettere­mo l’errore di sottovalut­arli anche per le due vittorie conquistat­e in campionato. Abbiamo studiato degli accorgimen­ti». Con i giocatori e lo staff tecnico a Sturno è stato portato scaramanti­camente anche un gatto eletto a mascotte degli irpini.

Non è testa di serie stavolta il Benevento che affronta stasera (ore 20.30 diretta tv Now) la Torres di Sassari, la squadra dove è cresciuto Gianfranco Zola. I sardi diretti da Alfonso Greco sono arrivati secondi nel girone centro settentrio­nale e portano nel Sannio tutto l’orgoglio della comunità sassarese. Gli stregoni sono senza Pinato, squalifica­to per quattro giornate, e Pastina infortunat­o. Pronti anche due giocatori d’esperienza come Terranova e Meccariell­o. Gaetano Auteri è un nocchiero navigato a questi livelli che 9 anni fa già condusse il Benevento in B così come fece con la Nocerina: «Stiamo bene. Ci danno sfavoriti? Sono concetti che non trovano il conforto del campo. Le pressioni dobbiamo viverle in modo sereno. Dobbiamo mettere la gara portandola su ritmi alti sulla base del fatto che la Torres è ferma da più di 20 giorni». Il 3-4-3 è il suo diktat e i 4000 tifosi sanniti si aspettano tanto dall’uomo di maggior estro come Ciciretti. Le sue creazioni possono urtare gli equilibri della Torres: «Dobbiamo saper leggere le situazioni, sarà fondamenta­le», chiosa il tecnico degli stregoni.

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Esonero Rudi Garcia quando era allenatore del Napoli; ha lo score di punti più alto

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