Corriere del Mezzogiorno (Campania)
È un fumetto l’amore di Mozart per Napoli
Il volume testimonia il viaggio e il soggiorno del genio in città e nei dintorni
Ci sono modi e soprattutto tempi da scandire per un viaggio «ritmico» a Napoli. E in cerca di visibilità il giovanissimo Mozart puntò il Vesuvio per un blitz alle sue falde. Era affascinato dal vulcano e a qualcuno sussurrò: «spero proprio di vedere una sua eruzione». Proiezione che oggi più che mai suona come nefasta, ma tant’è.
A testimoniare in maniera originale la permanenza del genio in città «Wolfgang Amadeus Mozart Viaggio a Napoli» edito da Guida (15 euro), fumetto che racconta la sua spedizione verso Partenope tra episodi e incontri. Il soggetto e la sceneggiatura sono di Chiara Macor, i disegni di Emanuele Parascandolo. Alla realizzazione del volume ha collaborato anche la colorista Chiara Imparato. La direzione artistica è stata curata da Pasquale «Pako» Massimo.
Quest’opera «non vuole essere un lavoro didattico ma per certi versi anche critico», spiega Macor. «Ho messo a fuoco il mio punto di vista totale su quei momenti rilevando gli stati emotivi e gli attimi burrascosi con una storia familiare caotica. Ho voluto riepilogare anche i suoi momenti di tensione e soprattutto di sconforto».
Mozart si è anche connesso con la Scuola musicale napoletana che all’epoca era dominante in Europa con i suoi 4 conservatori. Il rapporto e il trasporto per Pergolesi è stato subito evidente. La sua opera buffa con il personaggio di Serpina lo ha stimolato nei suoi lavori futuri. Il fumetto poi snocciola una serie di episodi e vicende ritraendo le più celebri location napoletane come fossero gouache: dal lungomare di via Caracciolo alla Certosa di San Martino con in lontananza l’Appennino casertano e poi ancora la zona flegrea con Baia e l’ingresso al San Carlo le cui maestranze commissionarono a Mozart un lavoro che poi lui non accettò per un incarico precedente conferitogli a Milano.
«Suonò il clavicembalo alla Pietà de’ Turchini lasciando tutti a bocca aperta - prosegue Macor - e c’era una leggenda sul suo talento messa in giro forse dal principe di Sansevero che malignava spargendo la voce che le sue capacità fossero prodotte da un anello che portava al dito. Mozart se lo sfilò per smentire le malelingue tornando a suonare come sapeva». Tra i ricordi più intensi che si ritrovano nei suoi memoir anche una spedizione a Pompei e un’altra alla grotta di Posillipo dove andò in vista per rendere omaggio al poeta Virgilio.