Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La scomparsa del produttore, regista e attore che dal carcere arrivò fino a Venezia

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È morto il produttore, regista e attore Gaetano Di Vaio, un’icona (e una spalla per i più deboli) con la sua vita da romanzo, una storia di cultura, solidariet­à e riscatto, che lo portò dal carcere alla Mostra di Venezia. Pubblichia­mo il ricordo del suo grande amico di sempre, il regista e docente Carlo Luglio. di un film vincitore della Coppa Volpi, ma pure socio e amico di Curti, un produttore romano che ti seguirà, nonostante il tuo egocentris­mo, per tutte le tue follie. E poi la realizzazi­one di ben tre documentar­i come regista che ti portano a dare voce al mondo dei carcerati e delle loro famiglie, a quello dei ragazzi con forti difficoltà del centro storico di Napoli e a chi sbarca il lunario conducendo «vite di scarto». Visibilità ad una umanità che molti si rifiutano di vedere e di ascoltare che ti porta celebrità mediatica, apprezzame­nti ma pure invidie di tanti che non riescono a pensare come mai un sottoprole­tario con la quinta elementare si permetta di fare il regista visto che tale profession­e è solo appannaggi­o di borghesi ed intellettu­ali. E tu sfidi tutto e tutti con la tua faccia tosta ma sempre con intelligen­za, procedendo in direzione ostinata e contraria. Gaetano che produci tanti altri film ancora più robusto e fragile come produttore e come uomo. Coinvolgi attrici come Luisa Ranieri e Valeria Golino, attori come Zingaretti e Scamarcio, Nando Paone e Massimilia­no Gallo, cantautori come Ricciardi e Gragnaniel­lo. Ma ri-lanci pure svariati registi, più o meno esordienti, che ti devono molto. Accettato dal mondo della cultura e della produzione ma, spesso, solo per i propri sensi di colpa verso quelli come te che hanno avuto un percorso meno fortunato. Ma pure «uomo ponte» come scrive Francesco Durante in un capitolo a te dedicato nel suo «I Napoletani» - tra la «plebaglia» e la «borghesia putrefatta», come ti piace etichettar­e le due anime della nostra controvers­a città.

Gaetano che ancora una settimana fa avevi tanti progetti di vita, di cinema e di amore da realizzare. E che nonostante la tua vita avventuros­a non dimenticav­i mai la tua tribù e la «saittella» da cui eri uscito fuori con sforzi inumani. Dando sempre una mano a chi ne ha bisogno o a tanti malati insieme al tuo amico Stefano del Pascale.

Ora che per te, ateo e comunista, sei finito nel nulla, molti di noi non avranno un punto di riferiment­o. «Non mi avrete Mai!». Esatto. Non ti avremo, no!

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Valeria Golino è davvero affranta, la notizia della morte di Gaetano Di Vaio la rattrista fortemente in una giornata a Cannes in cui è stata celebrata tra l’onore della lezione di cinema e la presentazi­one dell’Arte della Gioia, da Goliarda Sapienza. «Siamo stati coinvolti in avventure bellissime tra cui “Per amor vostro” e - dice - dovevamo fare insieme il prossimo film di Giuseppe M. Gaudino che si chiama “Pompei”. Ha scritto un libro indimentic­abile (“Non mi avrete mai”), e lì c’è tutta la sua personalit­à che emerge. Era una persona unica».
Valeria Golino Valeria Golino è davvero affranta, la notizia della morte di Gaetano Di Vaio la rattrista fortemente in una giornata a Cannes in cui è stata celebrata tra l’onore della lezione di cinema e la presentazi­one dell’Arte della Gioia, da Goliarda Sapienza. «Siamo stati coinvolti in avventure bellissime tra cui “Per amor vostro” e - dice - dovevamo fare insieme il prossimo film di Giuseppe M. Gaudino che si chiama “Pompei”. Ha scritto un libro indimentic­abile (“Non mi avrete mai”), e lì c’è tutta la sua personalit­à che emerge. Era una persona unica».

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