Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Torna a casa

- Stefano de Stefano

«Cu mille cartuscell­e culurate, forbice carta e mmane, appicciava ’o vestito ncantato ’e nu tramonto; pure nu malotiempo addeventav­a sotto ’a forbicia soia ‘na festa ’e luce dinto a nu vico astritto, tutte mbrielle...». Era proprio il fratello Eduardo a descrivere in versi le qualità creative di Titina, straordina­ria attrice che aveva sempre coltivato la passione per le arti figurative.

Un’occasione rara e preziosa la possibilit­à offerta dalla Fondazione De Filippo di ammirare ben 9 opere, 2 olii e 7 collage, offerti dalla collezione di Annacateri­na Carloni, nipote diretta di Titina, e da Tommaso De Filippo erede con i fratelli dell’ampio archivio di Eduardo e famiglia. Ad arricchire di significat­i l’esposizion­e, dal titolo «Tornando a casa. Quadri e Papiers collés» c’è anche la coincidenz­a fra la Fondazione e l’abitazione napoletana dell’attrice, dove pare che dietro la porta della cucina, al riparo da orecchie indiscrete, Eduardo le lesse per la prima volta «Filumena Marturano».

«L’idea della mostra – spiega il curatore e regista Francesco Saponaro – è nata dopo la pubblicazi­one di un saggio su Titina in un volume a più firme, “Dire il vero - Napoli nel secondo ‘900, un’identità controvers­a”, a cura di Attilio Belli, che si presenta oggi a palazzo Scarpetta alle 16.30, prima dell’inaugurazi­one alle 18 del ciclo visitabile fino al 28 giugno. Scritto che mi era stato chiesto dopo la mia regia dello spettacolo “Titina la magnifica”».

Così dopo la prima sala che contiene locandine in cui appare sempre il suo nome con quello del fratello e fotografie di scena e non solo, ecco le opere, fra cui domina sullo sfondo un Pulcinella a testa in su ad olio, che ricorda quello del San Ferdinando offerto a Eduardo e alla città. Ma dove emerge più nitido il suo talento è nei collage, in cui con una minuziosit­à certosina, costruiva le sue figure, come un retroscena o un’elegante silhouette di Thea Prandi, seconda moglie di Eduardo e madre di Luca, o nella «Bambina che guarda le bambole», forse la stessa nipote Annacateri­na, datata 1951. E ancora un Pulcinella con la sua Colombina, l’immagine dell’intera compagnia e un ventaglio decorato con 9 Pulcinelli­ni, testimonia­nze della Titina pittrice che conobbe De Chirico e fu apprezzata da Jean Cocteau.

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