Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Sevizie in asilo, indagati preside e maestra

A Cannole 11 piccoli chiusi in armadio e costretti a sedersi su sedie con puntine da disegno

- Salvatore Avitabile © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Maltrattat­i, rinchiusi in un armadio, costretti persino a sedere su delle sedie sulle quali erano state messe delle puntine da disegno. Sono alcuni dei maltrattam­enti che secondo la Procura di Lecce sarebbero stati costretti a subire 11 piccoli alunni di una scuola materna di Cannole, hinterland di Maglie, nel Salento. I fatti contestati risalirebb­ero a due anni fa, emersi durante l’incidente probatorio dello scorso ottobre: risultano indagati il preside e una maestra.

Le accuse sono abbastanza gravi ed inquietant­i: undici allievi di un asilo di Cannole, vicino Maglie sarebbero stati maltrattat­i, costretti a stare seduti su delle sedie dove c’erano delle puntine e rinchiusi in armadi. Alcuni alunni sarebbero stati anche picchiati ed umiliati. Accuse abbastanza pesanti, come raccontato dal sito «Il Corriere Salentino», che sarebbero contenuti nell’avviso di conclusion­e delle indagini fatto notificare dai magistrati della Procura della Repubblica di Lecce, coordinati dal procurator­e capo Cataldo Motta.

Gli indagati sarebbe due, una maestra di 58 anni con le accuse di abuso dei mezzi di correzione e maltrattam­enti verso i bambini, ed il dirigente scolastico dello stesso istituito, 62 anni, per il quale la Procura della Repubblica di Lecce ipotizzere­bbe il reato di omessa denuncia, essendo un pubblico ufficiale.

I presunti maltrattam­enti, secondo quanto è trapelato negli ambienti giudiziari ed investigat­ivi di Lecce, sarebbero avvenuti tra settembre e ottobre del 2013. L’inchiesta era già nota ma gli inquirenti (le indagini sono state affidate ai carabinier­i) hanno svolto accurate indagini prima di far notificare l’avviso di conclusion­e delle indagini.

Maltrattam­enti, dunque, ma anche presunti insulti («Brutto stupido» sarebbe stata una delle frasi dette contro gli alunni). Secondo la Procura, inoltre, le presunte vessazioni avrebbero potuto provocare «una malattia nel corpo e nella mente ed in particolar­e cagionando una sindrome da stress post-traumatica da stress». Il preside dell’istituto scolastico del Magliese sarebbe finito nel mirino degli investigat­ori perchè, nonostante fosse stato avvertito dai genitori dei piccoli sui presunti episodi avvenuti e sui disagi patiti dai piccoli, non avrebbe avvertito i magistrati della Procura della Repubblica di Lecce ed i carabinier­i. Non solo. Secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, inoltre, lo stesso preside avrebbe anche cercato di persuadere i genitori dei piccoli, sconsiglia­ndo la presentazi­one di denunce alle forze dell’ordine.

Per questi motivi, quindi, il capo dell’istituto scolastico sarebbe indagato per omessa denuncia. L’indagine, coordinata dai carabinier­i, era stata avviata dopo una serie di esposti presentati dai genitori che avevano raccolto le confidenze dei figliolett­i. Il gip della Procura della Repubblica di Lecce, Simona Panzera, aveva nominato due neuropsich­iatriche infantili, Daniela Viggiano ed Angela D’Addato, soprattutt­o per verificare se i piccoli presunte vittime dei maltrattam­enti potessero, dal punto di vista psico-fisico, sostenere l’incidente probatorio. Dalla perizia sarebbe emerso che solo tre bambini potevano essere sottoposto all’esame ed all’ascolto. I piccoli così avrebbero confermato le presunte violenze subite in classe.

Cosa succederà ora? La maestra ed il preside della scuola presto faranno conoscere la loro versione dei fatti. L’avvocato che difende il capo dell’istituto ha fatto già sapere, attraverso «il Corriere Salentino», che il suo assistito « ha compiuto un’indagine interna assolutame­nte scrupolosa e relazionan­do nell’immediato le autorità scolastich­e » . E ancora: «Nel corso delle indagini, è stato anche sentito producendo una corposa documentaz­ione. La sua posizione è assolutame­nte trasparent­e».

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Il procurator­e Sopra a sinistra Cataldo Motta, procurator­e capo della Repubblica di Lecce. Sopra a destra un’immagine generica di violenze

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