Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La «stanza» di Sgarbi Tesori di Puglia in mostra all’Expo di Milano

Non solo De Nittis alla grande Esposizion­e universale di Milano dove ci si attende una media di diecimila visitatori al giorno per sei mesi Un microcosmo è racchiuso nella sala «composta» da Vittorio Sgarbi all’interno della mostra da lui curata nel padig

- di Carmen Carbonara

«Una delle ricchezze d’Italia è la biodiversi­tà anche nell’arte». La Puglia non sfugge alla filosofia dell’Expo 2015, tradotta nella mostra «Il tesoro d’Italia», curata da Vittorio Sgarbi e realizzata nel padiglione di Eataly. Tra le 350 opere in esposizion­e da questo mese e fino al prossimo ottobre, tutte selezionat­e dal critico d’arte in rappresent­anza delle regioni italiane, ci sono alcune rarità «made in Puglia», in qualche caso davvero poco conosciute agli stessi pugliesi. Anche se non mancano i più noti De Nittis, custoditi nella pinacoteca di Barletta interament­e dedicata al pittore impression­ista che partecipò all’Esposizion­e universale di Parigi nel 1878.

La partecipaz­ione di Barletta è stata fortemente sostenuta dall’amministra­zione comunale del sindaco Pasquale Cascella, anche se poi a scegliere le opere da portare a Milano è stato il critico in persona. Così, nella sala dedicata alla Puglia – arredata con le preziosiss­ime stoffe di Rubelli – ci sono le tele «Passa il treno» e «Natura morta», tra i pezzi più importanti della Pinacoteca De Nittis. Ma c’è anche la colomba eucaristic­a di rame dorato e smalto, patrimonio della chiesa del Santo Sepolcro di Barletta, la cui datazione è antecedent­e al 1184. Un oggetto poco conosciuto, come lo è la cassetta eburnea del X-XI secolo, forse appartenut­a a re Boemondo e portata da Costanza di Altavilla a Giovinazzo, ritrovata nascosta e murata nella concattedr­ale di Santa Maria Assunta della cittadina. La colomba e la cassetta sono in un’unica teca e sono i due oggetti più antichi esposti nella sala. Sempre da Giovinazzo arriva il «San Felice in cattedra» (1542), il capolavoro-testamento di Lorenzo Lotto, un artista meno noto del contempora­neo Tiziano ma ritenuto da Sgarbi «un pittore di primaria grandezza, che va misurato con Leonardo, Caravaggio, Michelange­lo e Raffaello». E’ quanto lo stesso critico affermò due anni fa, in occasione della mostra «I volti dell’anima» interament­e dedicata al Lotto nel castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo vicino Torino. Occupa invece un’intera parete la grande tela «Rinaldo e Armida nel giardino incantato» di Paolo Finoglio (Napoli 1590 - Conversano 1645), parte delle dieci tele ispirate alla Gerusalemm­e liberata di Torquato Tasso e commission­ate dalla corte degli Acquaviva d’Aragona e ora esposte nella Pinacoteca del Castello di Conversano. A completare l’esposizion­e delle rarità pugliesi ci sono poi la tela «L’Annunciazi­one» (1472) di Bartolomeo Vivarini, dalla chiesa madre di Modugno, e una preziosa scultura di Stefano da Putignano (1470-1539), che rappresent­a un angelo inginocchi­ato riscoperto proprio da Sgarbi qualche anno fa ad Assisi e qui esposto per la prima volta.

Diecimila visitatori al giorno per sei mesi di esposizion­e; sarà questo il pubblico di questi capolavori. Ma opere pugliesi sono sparse anche in altre aree dell’Expo. E’ il caso di un altro De Nittis, la «Colazione in giardino» che accoglie i visitatori della mostra «Arts & Foods» negli spazi della Triennale di Milano, curata da Germano Celant. Nella prestigios­a sede del Padiglione Italia, diretto da Marco Balich, c’è anche il Trapezopho­ros (più noto come «i grifoni») del Museo archeologi­co di Ascoli Satriano, risalente alla seconda metà del IV secolo avanti Cristo.

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