Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Debutta a Mola lo spettacolo di Verdastro su Sandro Penna

Lo spettacolo scritto da Elio Pecora per Massimo Verdastro, coprodotto dai «padroni di casa» di Diaghilev, si presenta a Mola in forma di studio prima di affrontare il pubblico delle «Orestiadi» di Gibellina

- di Michela Ventrella

Massimo Verdastro diventa Sandro Penna per una notte. L’attore e regista romano regala alla Puglia la rielaboraz­ione drammaturg­ica di Sandro Penna: una quieta follia, testo dedicato dallo scrittore Elio Pecora al poeta perugino scomparso nel 1977. Lo spettacolo, prodotto dalla compagnia Diaghilev in collaboraz­ione con la compagnia Verdastro, va in scena questa sera, alle 21, al teatro Van Westerhout di Mola di Bari (repliche domani 30 maggio alle ore 21 e domenica 31 alle ore 19.30; prenotazio­ni al 333.126.04.25).

Sandro Penna: una quieta follia sarà presentato in anteprima nazionale in forma di studio nell’ambito del «Progetto delle Residenze 2015» - promosso dalla Regione Puglia e dall’Unione Europea, d’intesa con il Teatro pubblico pugliese e con il Comune di Mola di Bari. Successiva­mente lo spettacolo sarà allestito alle «Orestiadi» di Gibellina, per poi tornare in Puglia e intraprend­ere una tournée in diversi centri italiani.

«Fra luglio e agosto del 2014, nella mia casa–giardino nel Sud, ho composto il monologo in cui Penna insonne parla a un magnetofon­o dal chiuso della casa da cui ha smesso di uscire e nei suoi ultimi giorni», spiega Elio Pecora, esperto biografo del poeta perugino. E’ stato proprio Verdastro, con cui ha già collaborat­o in passato, a chiedergli di pensare ad un testo teatrale. Ed ecco fatto: Pecora si è messo alla scrivania e ha immaginato uno dei più grandi poeti del Novecento in una stanza, insonne, che si racconta e rivela e, mentre riflette e confida le fonti e le ragioni della sua opera, descrive le sue giornate e il tempo che ha traversato: gli anni del fascismo, la guerra e il secondo dopoguerra.

Verdastro, solo in scena, dà corpo e voce alle parole di Elio Pecora in una «lingua molto prossima alla poesia ma veloce e chiara, che accoglie in sé i versi, le prose e alcuni frammenti dei diari inediti». Da questa stanza Verdastro/Penna ha smesso di uscire da un po’, dorme poco e ingoia pillole. Mentre vaga, il poeta parla della sua infanzia difficile, dei suoi rapporti con il padre e con la madre, i dissidi interiori, l’amore negato e le sue frequentaz­ioni e amicizie con Montale, Saba, Pasolini e Morante. Al centro di tutto c’è sempre la sua poesia. «La grande poesia com’è quella di un poeta molto amato, letto, studiato e tradotto in numerose lingue, possa – conclude Pecora - parlare di se stessa senza allontanar­si dalla vita di ogni giorno e di tutti e dal suo difficile tempo: mi sono parsi il fine e il piacere del testo».

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Massimo Verdastro, attore e regista, ha lavorato tra gli altri con Peter Stein, Luca Ronconi, Federico Tiezzi, Krypton

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